Padre Juan lascia Procida

Paddre Juan (il 4° da sinistra) con Padre Michele del Prete ad alcune famiglie
Padre Juan lascia Procida, ed assume la responsabilità della parrocchia di Sant'Erasmo a Napoli. Quattro anni sull'isola non sono pochi. Molti tra noi hanno imparato a conoscerlo e ad amarlo. 

Come famiglia della comunità di San Leonardo lo abbiamo avuto a casa nostra molte volte.  Gli segnalammo la malattia di nostra madre e  il suo desiderio di ricevere l'Eucaristia. Da qual momento  la presenza di Juan a casa è stata costante, attenta, sobria e piena di dedizione e d'amore.

Intervenendo poi ad alcuni incontri del Gruppo Famiglie, ci colpiva la sua capacità di ascoltare e quando poi interveniva era sempre forte e incisivo; non nascondeva mai il suo pensiero; intellettualmente onesto ci parlava guardandoci negli occhi.

Ci colpiva poi quel suo uscire dalla chiesa al termine della messa per salutare grandi e piccoli perchè, come ci spegava,  "una chiesa che non punta ai rapporti con tutti non è la chiesa di Gesù".

Una mattina lo incontrammo nell'ambulatorio medico. Accorato ci supplicò: " Fate qualcosa per aiutare  le persone a scoprire la bellezza del Vangelo e a viverlo...Qui nell'isola ci sono molte funzioni religiose ma sono pochi quelli che hanno incontrato Cristo e vivono le sue parole...Voi del Gruppo famiglie dovete fare di più in questo senso... Ho trovato divisioni profonde tra le persone, anche nelle stesse famiglie, nella stessa parrocchia. Aiutate le famiglie a scoprire l'amore che Gesù ha portato per tutti".

Poi ha lasciato San Leonardo ed ha avuto affidate le parrocchie di Sant'Antonio e Sant'Antuono. E qui alcune persone non hanno gradito la sua presenza. Tra queste una mia amica alla quale ho chiesto il motivo del suo dissenso. Lei mi ha così precisato: "Ha un modo tutto suo di vedere le cose. Dice che siamo schiavi di cose non essenziali: tradizioni, processioni, funzioni solenni e poi ci dimentichiamo di vivere il Vangelo... Ma noi ci teniamo alle nostre tradizioni. Siamo cresciuti con quelle e le vogliamo ancora...Mio figlio invece dice che tra i preti è il migliore. Perché lui, ormai maggiorenne, non vuole andare sempre a messa la domenica e padre Juan gli ha detto che, se non sente di andare, nessuno può obbligarlo...deve però essere onesto, leale, deve amare gli amici e fare del bene a chi è in difficoltà...E lui allora è contento di padre Juan...Io no." 

Certamente la voce di Padre Juan è stata spesso scomoda e qualche volta tagliente. Sentendolo parlare, non poche volte, abbiamo sentito l'eco delle parole di Gesù: "Io non sono venuto a portare la pace ma la spada... tra nuova e suocera, tra padre e figlio..." nel senso che Gesù non è venuto per lasciare le cose come stanno, anche in una stessa famiglia, ma per fare una vera rivoluzione, e lui da colombiano ha sempre combattuto per una chiesa povera, per una chiesa fatta di rapporti fraterni fra tutti, lontana dal potere.

Tutte le invadenti manifestazioni religiose dell'isola gli sono sempre sembrate ingrombranti, poco evangeliche e non capaci di  formare  un vero spirito cristiano: "Due persone che frequentano la stessa comunità, la stessa Eucarestia e poi non si comportano da fratelli, non si aiutano, parlano male l'una dell'altra, fanno un gran male alla società e alla Chiesa  in quanto sono comportamenti pieni di ipocrisia".

Ricorderemo sempre padre Juan come un fratello che ci ha scossi dal torpore, che ha cercato di portarci ad una religiosità più autentica, più vicina al Vangelo, fatta di vita vissuta nell'amore, nella giustizia, nella legalità, nella pace. E per tutto questo gli saremo sempre infinitamente grati.

Commenti

  1. Mi trovo perfettamente d'accordo sulla lettura di padre Juan, il quale in soli 4 anni ha compreso il livello di ipocrisia, in questo caso di tipo religioso, che affligge la nostra isola! Auguroni e un in bocca al lupo a Padre Juan x la sua nuova esperienza a Napoli!

    RispondiElimina
  2. Hanno fatto di tutto per farlo andare via,col suo modo di fare dava fastidio a molti laici pieni di bigottismo religioso ed anche ad alcuni dello stesso Clero.Le comunita in cui operava e lo stesso Ckero l'hanno pugnalato alle spalle. VERGOGNA si sentono Cristiani

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

"Il Lago" di Alphonse de Lamartine

PROCIDA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA: nel 1961 la RAI trasmetteva lo sceneggiato GRAZIELLA dal romanzo di Lamartine

STORIA DI PROCIDA : Don Michele Ambrosino e la Fiera del Libro