Ha un senso portare il Cristo Morto per le strade di Procida?

Il "Cristo Morto"  della Congrega dei Turchini

“Occorre trasferire i valori spirituali nel terreno sociale, lo esige l’incarnazione.” Era questa una  delle frasi preferite di Spartaco Lucarini un giornalista nostro amico, che insieme a sua moglie Lalla Castellani venne a Procida negli anni 70 per fare un’inchiesta sulla condizione  delle mogli dei marittimi.  Una delle prime inchieste sui giornali italiani  su questo problema che partiva dalla nostra isola.
Papa Francesco  oggi ci ripete lo stesso  invito  e ci chiama ad essere testimoni del Vangelo, ad uscire dal chiuso delle nostre comunità,  - “Non capisco le comunità chiuse in parrocchia” -, a donare la speranza  agli uomini che soffrono, lavorando per chi non ha casa, non ha lavoro, per chi è vittima della droga, a lottare perché le strutture sanitarie funzionino, perché  le scuole siano palestre di formazione umana e professionale e la politica pensi solo al bene dei cittadini.
 Ma ancor prima di tutto questo Papa Francesco ci invita a costruire tra noi rapporti di onestà, di lealtà, di rispetto e amore  reciproco,  a dialogare con tutti  anche con chi non ha convinzioni religiose o possiede un’altra fede, senza alcun proselitismo. Ci invita a costruire la pace in ogni ambiente a non parlare mai male dei fratelli ma a vivere  insieme la solidarietà  e ad essere umili, ossia a non vantarsi del bene che facciamo, e non pensare mai di valere più degli altri.
Sono parole che ci scuotono e cambiano la prospettiva del nostro impegno. Dobbiamo pertanto  interrogarci  su quali sono le necessità dell’isola e  dare risposte concrete perché come lui ci dice: “Non possiamo  essere indifferenti a chi ci chiede speranza”.
Procida - via San Rocco
Ma, non ci illudiamoci,  su un piccolo territorio come il nostro di soli 3,7 kmq, tutto questo lo potremo fare solo insieme,  ossia se saremo capaci di  “uscire” dalla nostra parrocchia, dal nostro gruppo, dalla nostra associazione, dalla nostra congrega..  per fare squadra, per diventare  alleati  e trovare la forza che nasce dal condividere un progetto.
Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a tanti nostri figli irretiti dai mercanti della morte, né restare passivi di fronte a giovani  che non trovano lavoro, né essere insensibili sull’uso  di appartamenti da parte di minorenni, al crescente consumo di alcool o al pericolo dei giochi d’azzardo.  Né possiamo ignorare il problema dell’inquinamento dovuto al devastante traffico di auto e motorini, né assistere ignavi alla deturpazione dei beni pubblici e alla mancanza di cura del creato e disinteressarci della presenza degli  extra- comunitari.

Procida - antico portone in via Dante
Sono questi i problemi che  ci interpellano e intorno ai quali dovremmo dibattere insieme per trovare qualche soluzione. Problemi da  affrontare ogni giorno con passione e coraggio, per uscire dall’ingorgo in cui oggi siamo intrappolati e  nel quale spesso ci contrapponiamo e ci dividiamo. A beneficio di chi?
Abbiamo saputo di litigi avvenuti davanti alla statua di un santo in processione e che in una parrocchia  le persone si si sono divise sullo spostamento di una statua da un posto ad una altro o sull’orario delle funzioni, e che un prete è stato biasimato perché ha cambiato il vestito ad una statua e non ha promosso quella tale “coroncina”.
Se non compendiamo che tutto ciò è ridicolo significa che abbiamo ridotto la nostra vita di comunità ad una botteguccia dove coltivare le proprie piccole illusioni, le personali abitudini e i propri attaccamenti.
Usciamo dai nostri gruppi , come dice il Papa, e andiamo incontro all’umanità,  e se c’è chi vuole ancora  giocare con le statue che giochi pure, se qualcuno ha scambiato la parrocchia come l’ufficio per ricevere  i sacramenti che lo faccia… noi  scegliamo di vivere un cristianesimo secondo le indicazioni di Papa Francesco per  aiutare l’isola a migliorare.
Don Milani quando fu mandato  a Barbiana sulla montagna sperduta del Mugello,  con solo ottanta parrocchiani, non si scoraggiò e si disse: “Questi contadini e questi ragazzi sono figli di Dio, cosa posso fare per dare dignità di persona ad ognuno di loro ?” e vedendo che erano tutti  privi  di istruzione  e lontani dalle scuole si ricordò della parola di Gesù: “Ero ignorante e mi hai istruito” e allora decise di dare a questi suoi prossimi la conoscenza di una lingua affinché potessero comprendere le leggi e i propri doveri e diritti, leggere un libro, affrontare una discussione.
Dobbiamo allora, qui a Procida, capire quali risposte dare ai tanti problemi che ci sono  e  ricordare, come disse don Gennaro Matino, venendo a Procida in preparazione di una Pasqua,  che portare il Cristo Morto per le strade dell’isola  il venerdì santo ha senso solo se noi tutti sappiamo abbracciare ogni dolore della nostra gente, ogni pena del fratello, ogni disagio, ogni difficoltà,  e trattare ogni prossimo che incontriamo, amico o nemico, al bar, a scuola, per strada, nello sport… come se fosse Cristo, altrimenti ogni processione, ogni funzione liturgica, può diventare una farsa  che offende Dio ed ogni uomo.


Commenti

  1. In molti c’è la consapevolezza di quanto condividi attraverso questa riflessione,ma è il mettersi assieme che è estremamente difficile e forse la motivazione a questo stallo è l’incapacità di accoglienza . .Se Tutti fossimo accompagnati dalla consapevolezza del “limite”, sapremmo riconoscere che ogni esperienza, sia essa, religiosa, politica, educativa non ha in se la completezza, tutto è, e resta un frammento di una Verità alla quale tendiamo, ma che non possediamo . Invece l’uomo in genere, ma sopratutto chi è investito di ruoli , si pone all’altro, alla società, con soluzioni e percorsi come fossero Assoluti. Ne consegue che ci si chiude difendendo le proprie fragili “certezze” , l’altro diventa la controparte, il nemico da evitare. . … Fintanto verrà a mancare l’accoglienza per quel che si è, il rispetto e l’ascolto di quel che si porta; la novità di quel Progetto antico e nuovo, resterà marginale..
    Lina

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