Un mercatino per sconfiggere l’individualismo? - Intervista ad Antonio Sobrio


 
Antonio Sobrio
Non tutti sanno che a Procida è nato un mercatico. L’idea è del giovane scrittore Antonio Sobrio che si distingue per la sua grande capacità di lavorare  nel silenzio ma con tenacia e impegno. Laureato in Scienze dell’Educazione, ho lavorato come educatore presso scuole ed istituti, prendendo parte a vari progetti tra Campania e Lazio.
Ho scritto fino ad oggi quattro libri autopubblicati: Il Governo terrestre,  Come Michael Jackson? , Aspirante messia e Salvare il pianeta o contribuire a distruggerlo? Inoltre ha partecipato ad un'antologia di poesie, Narrazioni, edita da Libroitaliano e ad una di racconti Procida Blues, edita da Il Denaro.

Quale è l’impegno di questo momento?

Al momento sto pubblicando un libro on line, su Facebook, paragrafo per paragrafo, Il Segreto dell'aldilà ed ho in cantiere vari altri progetti  culturali ai quali mi sto dedicando. 

Antonio Sobrio(il primo da destra) ad una presentazione di un suo libro

Ci dici un po’ come nasce questo mercatino procidano?

L'idea del mercatino procidano nasce vari anni fa, nel periodo in cui collaboravo con l'associazione Poiesis. Durante le festività natalizie proposi l'iniziativa dello scambio e del baratto, per coinvolgere soprattutto i bambini che venivano a svolgere i laboratori di musica, pittura e scrittura, ma non solo. Si divertirono tantissimo, soprattutto a scambiare oggetti che non usavano più con altri portati da altri bambini. Mi sarebbe piaciuto poter continuare l'iniziativa anche dopo le festività natalizie, ma siccome gli altri membri dell'associazione non erano d'accordo pensai di creare un gruppo su facebook e continuarla on line. Sono sempre stato un appassionato dell'usato, ma soprattutto vivo con ansia il fatto che tante cose, spesso ancora buone e funzionanti, vengano buttate solo perché sostituite da modelli nuovi, o non più utilizzate, quando potrebbero servire ad altre persone, evitando sprechi e soprattutto che vadano a finire nell'ambiente.
Uno dei principi dell'iniziativa è inoltre che gli scambi avvengano preferibilmente di persona, onde evitare la spedizione e di conseguenza gli imballaggi necessari per impacchettare gli oggetti, oltre che costituire un'occasione di socializzazione che favorisca i rapporti umani.
Interrotta la mia collaborazione con l'associazione Poiesis, per sopraggiunte divergenze di opinioni, ho trovato disponibilità a creare una sezione reale del mercatino presso la sede dell'associazione Maia, con la quale avevo già collaborato in passato, in via Regina Elena 23, dove tutt'ora è presente. 
 
La sede del Mercatino presso l'Associazione Maia in via Faro


Quanti volontari ci lavorano?

Al momento l'unico che mi dà una mano è Michelangelo Scotto, che fa da amministratore insieme a me sul gruppo di facebook e sta preparando il sito del Mercatino procidano, una sorta di e-bay per Procida e dintorni, che prossimamente metteremo on line. Lo scopo è di superare i limiti rappresentanti da facebook ed ottimizzare il servizio, creando una divisione in categorie e permettendo ad ogni iscritto di avere un proprio spazio ed una propria pagina personale. Per il resto faccio tutto da solo, ma spero che in futuro l'iniziativa possa ampliarsi e coinvolgere anche altri collaboratori.

Michelangelo Scotto

Chi ne beneficia?

Potenzialmente ne beneficiano tutti, nel senso che tutti hanno delle cose da vendere, scambiare, di cui vogliono liberarsi o che cercano. In più nel corso del tempo il mercatino procidano si è ampliato sempre di più, divenendo un contenitore in cui adesso rientra un po' di tutto, dalla ricerca/offerta di lavoro, alla solidarietà, raccolta fondi per aiutare persone, cause animaliste, raccolta di abiti usati. Oltre a rappresentare un servizio gratuito per la popolazione, è divenuto dunque anche e soprattutto un canale per poter aiutare e chiedere aiuto, indipendentemente dalle motivazioni che spingono a farlo. Una rete che mette insieme singoli cittadini e gruppi, dando vita ad una sinergia ideale per arrivare dove spesso le stesse istituzioni non riescono ad arrivare, ed è proprio questo uno degli aspetti che mi da maggiore gratificazione e soddisfazione, facendomi compiacere di aver dato vita all'iniziativa.

L’iniziativa è limitata alla nostra isola?

Inoltre, nata esclusivamente per Procida ed i procidani, l'iniziativa è stata allargata anche alle zone  limitrofe come Ischia, Napoli, Pozzuoli, e a tutti i frequentatori abituali di Procida, considerando la possibilità di potersi incontrare comunque di persona e che un aumento dei partecipanti va a beneficio di tutti, aumentando le possibilità di trovare quello che si cerca, dare quello che non si utilizza e risolvere problemi propri e altrui.  

Gli eventi nei quali siete stati presenti.

Ad iniziare dall'estate scorsa sono stato presente con il mio banchetto praticamente a quasi tutte le sagre ed eventi organizzati sull'isola, salvo impedimenti o imprevisti. Devo dire che è molto piacevole e mi da grosse soddisfazioni. Ho sempre desiderato occuparmi di oggetti usati, soprattutto di libri. In più mi da modo di partecipare agli eventi in maniera attiva, quando non sono impegnato a suonare.
il Mercatino in una manifestazione pubblica

Cos'è per te vivere la responsabilità di questa iniziativa?

Più che responsabilità lo considero un privilegio, anche se è piuttosto impegnativo, ma mi ci dedico molto volentieri. L'unica mia preoccupazione è tutelare l'iniziativa, contribuire a farla crescere sempre di più e preservarla da eventuali strumentalizzazioni o snaturalizzazioni.

Quali sono i problemi più importanti da affrontare sull'isola?

Sono tanti purtroppo. Il principale secondo me è il traffico che ha raggiunto livelli veramente intollerabili e aggiungerei inconcepibili. Viviamo su un'isola di quattro chilometri quadrati che potrebbe essere un'oasi di pace, incontaminata, ed invece ci intossichiamo da soli con i nostri gas di scarico, rendendo le strade allo stesso tempo pericolose ed impraticabili per pedoni, turisti, bambini, anziani, donne con carrozzine e animali. Fondamentalmente credo sia un problema di mentalità, una mentalità eccessivamente individualista che porta a pensare troppo a sé e poco al posto in cui si vive, come se le due cose fossero scollegate, ad iniziare dalla politica fino ai rapporti personali.

Fino ad oggi  non c’è stato ancora uno studio serio sull’antropologia procidana e del suo sviluppo. Ti sei mai chiesto che cosa disturba maggiormente una sana socialità sull’isola?

Una delle cause credo sia la nostra tradizione marittima, tanto osannata, ma che ha portato troppo benessere, contribuendo a valorizzare poco l'isola, che per molti continua a rappresentare per lo più un posto residenziale dove riposarsi nei mesi in cui non si è a bordo, utilizzando il denaro guadagnato per vivere una vita quanto più agiata possibile, senza rinunciare a niente, a partire dall'auto fino alla villa, alla barca, alla moto, e così via. In questo modo ha preso corpo uno standard di vita elevato, al quale anche gli altri tendono ad uniformarsi, per non sentirsi da meno, generando un circolo vizioso che ha portato nel tempo agli eccessi e ai paradossi ai quali oggi ci troviamo ad assistere. Se a tutto questo aggiungiamo la logica clientelare che guida la politica ed i maggiori interessi del territorio si capisce come per persone oneste e virtuose ci sia sempre meno spazio e possibilità di poter dare e ricevere dall'isola quello che potrebbero e meriterebbero di avere.

Sei ottimista per per il futuro del'isola?

In base a quanto detto precedentemente purtroppo non posso essere ottimista per il futuro dell'isola, almeno per l'immediato. Credo che una caratteristica dell'essere umano, e quindi anche del procidano, sia attuare dei correttivi solo quando si raggiungono punti limite. Secondo questa visione, di conseguenza, la situazione a Procida inizierà a cambiare solo dopo che avremo toccato il fondo e quando tutti si renderanno conto, sulla propria pelle e quella dei propri figli, che il futuro dell'isola non può che passare dal turismo, e quindi attraverso un cambiamento radicale della mentalità e del modo di viverla, se non vogliamo che muoia e resti un posto per soli anziani e bambini.

a cura dell'Associazione Culturale Isola di Graziella




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