Anche a Procida spuntano i "bassi"
Una stradina storica di Procida
Quando un amico mi
disse che Procida si stava avviando a diventare una periferia degradata di
Napoli, mi ribellai, ma quando mi indicò un segno di tale triste realtà,
dovetti convenire che in quella sua frase c’era della verità. Mi parlò dei
bassi, ossia dei vasci, che stavano
sorgendo in tante nostre strade.
Il termine vascio non esiste nella lingua procidana
e Parascandola nel suo Vefio lo
testimonia. Vascio è un termine
napoletano che sta ad indicare quei vani
umidi, terranei dove in modo promiscuo vivono assiepati interi nuclei familiari
in condizioni igieniche proibitive.
Eduardo De Filippo e la
Ortese hanno ben descritto la situazione drammatica di tanta povera gente
costretta a vivere in questi vasci e
mai avremmo pensato che anche la bella isola di Procida, un giorno avrebbe visto
fiorire i bassi nelle sue strade.
Ma chi ha consentito
tutto questo? Chi doveva intervenire per impedire un tale scempio, segno di forte decadenza
culturale oltre che di pura speculazione?
Nessuna voce si è
levata contro queste trasformazioni di cantine o negozi a fronte strada in mini
appartamenti, collocati a bella vista
semmai con porta di alluminio anodizzato e con tendina ai vetri.
Nuclei familiari sono
oggi costretti a vivere a Procida con poca luce, poca aria, ad asciugare i panni sulla strada e ad
assorbire ogni giorno volumi e volumi di aria malefica perché densa di veleni di scarico dovuti all'eccessivo traffico: segno evidente e di una civiltà che muore per far spazio ad
un individualismo esasperato che pensa solo al profitto e specula anche sulla povera
gente che non ha casa e non può pagare affitti alti.
Chi doveva impedire un tale scempio lo ha permesso, e oggi la triste realtà è
sotto gli occhi di tutti.
Rivolgiamo un appello ai nuovi Amministratori affinché si fermi questa scellerata perversione abitativa.
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