Naufragio nel mare di Procida nel 1892
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Francesco De Grandi, Naufragio, olio su tela 2014 |
Il naufragio di un paranzello molfettese
nelle acque di
Procida nel 1892
di
Corrado Pappagallo
Sin dagli anni Quaranta del XIX sec. non poche barche di Molfetta
attratte da lauti guadagni si avventuravano nelle acque napoletane a esercitare
la pesca alla gaetana o meglio a strascico. Una coppia di bilancelle armate a
vela latina pescavano trascinando una rete; a turno poi questa era issata su
una delle due bilancelle per la cernita del pesce.
Procida era un degli approdi più frequentati nel napoletano dove i
pescatori molfettesi stanziavano tutto l’anno. Nel 1892 a Procida è registrata
la presenza di 8 bilancelle molfettesi pari a circa 95 t con 75 marinai
imbarcati1. Era pure frequente l’imbarco di manodopera molfettese su
bilancelle del luogo.
L’avvenimento drammatico che proponiamo è il racconto di un triste
naufragio avvenuto a Procida nel lontano 30 settembre 1892:
Compartimento Marittimo di Napoli -
Circondario Marittimo di Procida.
Processo verbale di scomparizione in mare l’anno
milleottocentonovantadue il giorno primo ottobre. Nell’Ufficio del Porto di
Procida innanzi al sottoscritto Buonocore Antonio Ufficiale di Porto Capo del
Circondario Marittimo di Procida è personalmente comparso il marinaio
autorizzato De Giglio Cosmo Damiano classe 1837 al n.2076 delle matricole della
gente di mare di 1 categoria di Bari già in comando della bilancella italiana
“Libera” di t. 10 al n. 2506 delle matricole di Napoli, ed ha dichiarato quanto
segue - Il giorno 30 settembre p.p. nel mentre con la bilancella suddetta da me
comandata, dopo aver ultimata la pesca, ritornavamo in questo porto di Procida,
navigando con la prora diretta alle isole, e con vento debole da scirocco,
improvvisamente il vento con estrema furia ha girato a tramontana - allora ho
ordinato ai marinai di cambiare la vela e passarla dal lato dritto sulla
sinistra, nel mentre da tutti si eseguiva questa manovra, un violento colpo di
vento ha fatto prendere a collo la vela, e la barca sotto quell’urto si è
rovesciata sulla dritta, ed io con il rimanente equipaggio composto di quattro
marinai e due ragazzetti, uno mio nipote e l’altro figlio di un marinaro di
bordo, siamo stati sbalzati in mare - cinque di noi ci siamo mantenuti alquanto
avvitacchiati all’albero della barca per tutto il tempo che la stessa è rimasta
a galla: gli altri due un marinaio a nome Mezzina Domenico fu Giovanni e fu
Salvemini Teresa classe 1840 al n.2076 di matricola di Bari, nativo di Molfetta
e coniugato con Andreula Chiara, ed il ragazzo a nome Salvemini Giacomo di
Corrado e di Salvemini Elisabetta di anni 12 in circa (non matricolato fra la
gente di mare) anche di Molfetta rimasero sulla poppa della barca - Però quando
ci accorgemmo che, poi l’acqua penetrata nel legno dal portello del boccaporto,
questo affondava, noi ch’eravamo sull’albero ci allontanammo subito, per non
essere trascinati a fondo dal vortice e per fortuna trovammo sottomano dei remi
ed un pezzo di legno, galleggianti poco lungi, per sostenerci – Gli altri due
però ch’erano sulla poppa, essendo inesperti nel nuoto, e non avendo forza, non
potettero allontanarsi dalla zona del vortice formato dalla barca che colava a
picco; né noi potemmo afferrarli per non essere trascinati dalla voragine, e miseramente
quelli infelici scomparvero, ed i lori corpi più non comparvero alla superficie
delle acque. Per la qual cosa devesi ritenere che i due sonnominati
individui Mezzina Domenico e Salvemini
Giacomo sono deceduti per scomparizione in mare in seguito del naufragio della
bilanciella italiana “Libera” avvenuta la sera del 30 settembre 1892 alle ore 8
pomeridiane. Del che si è redatto il presente processo verbale in forma
amministrativa a mente dell’art. 596 del Regolamento Marittimo 20 novembre 1879
in esecuzione al codice della Marina Mercantile2.
La
bilancella LIBERA di 10 t iscritta al Compartimento di Napoli uscì alla
pesca in coppia con la bilancella NUOVA MARIETTA. Di ritorno dalla pesca
a circa 3 miglia da terra nei paraggi di Cuma nel virare fu investita da un
forte colpo di vento di tramontana e si rovesciò sul fianco sinistro. I cinque
naufraghi furono raccolti dalla Nuova Marietta e da un’altra barca accorsa sul
luogo3.
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Michele de Candia |
Corrediamo l’articolo con una foto ingiallita di un marinaio molfettese
tale Michele de Candia fu Michele e di Stravecchia Nicola di anni 38 che nei
primi giorni del 1896, cadde in mare annegando dalla bilancella FEDELI
COMPAGNI, nelle acque del golfo di Gaeta contrada Spiaggia. La
dichiarazione di morte fu fatta al comune di Elena, luogo quest’ultimo di
imbarco e sbarco di diversi marinai molfettesi che si recavano lì a pescare.
Questi avvenimenti dolorosi mettevano a dura prova l’animo
della marineria molfettese, perdere un proprio congiunto allora senza un
sostegno della prevvidenza sociale apriva le porte ad un futuro incerto e pieno
di incognite. Ciò nonostante altri intraprendevano lo stesso mestiere.
1 MINISTERO DELLE
FINANZE – DIREZIONE GENERALE DELLE GABELLE, Movimento della Navigazione nei
Porti del Regno, 1892
2 Sezione ARCHIVIO
STATO TRANI, Molfetta, Stato civile morti 1892.
3 Sulle condizioni
della Marina Mercantile al 31 dicembre 1892, Roma 1893, p. 226.
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