Monta la protesta contro i troppi visitatori

Procida Via Mons. Scotto Pagliara

A Procida monta la protesta per i troppi visitatori. Una scena di oggi 18 settembre ore 12,30 salita da Marina Corricella  a San Rocco. 

Una signora procidana proveniva dalla Corricella per immettersi in via San Rocco, quando è stata sommersa da una folla di circa 30 persone che invadendo l'intera discesa le impedivano di avanzare .

Di qui la sua protesta condivisa da altri indigeni alle finestre o sulla salita. "Non se ne può più, abbiamo perso la pace!..."

E mi fermo qui perché le parole sono state tante e ingiustamente  anche forti nei confronti degli Amministratori che c'entrano, in questo fenomeno, come cavolo a merenda.

Cara Signora, dov'era lei quando 40 anni fa spuntavano i primi ristoranti nella  diseredata Corricella? Dov'era lei quando nascevano alla Chiaiolella e poi alla Marina Grande  i porti turistici? Dov'era lei quando da oltre 20 anni Ischia, ogni autunno e primavera, ci mandava motoscafi zeppi di turisti che, per la gioia dei nostro taxisti, venivano sull'isola per vedere Terra Murata e la Corricella?

Io penso di sapere lei dov'era. Si stava occupando dei suoi figli, della spesa giornaliera, del medico, delle pulizie in casa, del pranzo da preparare e non aveva tempo per occuparsi di quello che avveniva fuori della sua casa, sicura che gli Amministratori avrebbero pensato a tutto.

Ma gli Amministratori hanno amministrato l'isola  come lei amministrava la sua vita, andavano al comune ogni giorno, stabilivano le tasse per la spazzatura, le tasse per la casa, le tasse per l'acqua, si interessavano a come limitare il traffico, mettevano le targhe alterne, si occupavano di sistemare le strade, chiedevano alle autorità superiori finanziamenti per rifare le strade e per le coste che franavano ecc. ecc...

Tutte cose giuste e sacrosante come giuste e sacrosante le cose che lei Signora ha fatto fino ad oggi.

Purtroppo la storia dell'isola non cammina solo con le nostre gambe ma anche con le gambe degli altri e fra questi altri ci sono tutti quelli che dalla Francia, dalla Lombardia, dalla Toscano dalla Campania... hanno visto un giorno una bella foto di Procida e hanno deciso di visitarla.

E poiché sono in tanti che hanno poi  visto e ammirato in TV documentari, reportage televisivi su Procida - e anche noi eravamo felici di sentir parlar bene della nostra isoletta - questi tanti ogni anno sempre più si sono riversati sull'isola per ammirarne la bellezza e farsi un bel bagno  nelle nostre acque splendide.

Ricordo che era l'anno 1993 quando un gruppo di amici di 40 persone, provenienti dal casertano, mi chiesero di poter visitare l'isola. Fui costretto ad andare dal sindaco, portare l'itinerario e chiedere di vietare quel giorno la circolazione dalle 9 alle 12 lungo le strade che avremmo attraversato.

Questi arrivi di massa allora avvenivano ogni tanto, ora avvengono ormai di continuo perchè Procida attrae, Procida incanta, Procida è magica, affascina ci fa vedere la vita più bella. 

Proprio ieri una scena che ormai si ripete e che andrebbe immortalata. Scendevo dal Terra Murata dalla Biblioteca con l'auto a bassa velocita e arrivato ai cannoni ho ancora di più rallentato per ammirare una scena inconsueta  ma bellissima: lungo il muraglione che  porta ai cannoni tre coppie di innamorati   addossati al muraglione si facevano un selfie  con alle spalle la Corricella mentre si baciavano.

Mi son detto: "Procida come a Venezia e a Capri dove le coppie si baciano accano ai faraglioni e in gondola, immortalandosi in una foto ricordo che conserveranno caramente nel loro album."

Lei Signora dice una verità: "C'è troppa gente!" Ma possiamo vietare alle persone di giungere a Procida? A Venezia ci hanno tentato e volevano mettere il numero chiuso ma sono stati costretti a rinunciarvi.

Certo la massa di gente che giunge sull'isola modifica la nostra storia inevitabilmente, le nostre abitudini, i nostri comportamenti.

A Capri per contenere le masse hanno alzato i prezzi ma invano, le persone si preparano per tempo e arrivano sull'isola azzurra sapendo già la somma che devono spendere quel giorno.

Oggi purtroppo è questo il destino dei posti troppo belli. Asfissiati dalla vita vorticosa e stressante delle loro città, tutti aspirano ad un po' di aria pulita  in un isoletta accano a un mare azzurro, e Procida, a pochi chilometri da Napoli, fa proprio al caso loro.

 Fino a qualche anno fa non era così: Procida era la cenerentola del Golfo e pochi quelli che vi si avventuravano al di fuori di qualche artista,  ora improvvisamente è diventata regina per la marina Corricella, per le sue magiche insenature, per le sue acque, per i suoi giardini, per le sue architetture mediterranee, per le sue albe e i suoi tramonti.

Pertanto, noi tutti dobbiamo sapere che la nostra Storia ha preso una rincorsa e  la vita sull'isola non potrà più essere come prima. Sì, Procida non è più l'isola negletta del Golfo di Napoli dove c'erano gli ergastolani, ma è il posto in cui in ogni estate  bisogna andare almeno una volta.

Arrivati a questo punto, cara Signora dobbiamo essere pronti a cambiare abitudini e comportamenti per adattarci alla novità che la Storia ci presenta e, per prima cosa dobbiamo necessariamente sapere che non potremmo più vivere come prima, pronti anche a doverci privarci di qualcosa. 

A Venezia  si va solo in barca anche per portare l'acqua minerale e la carta igienica agli alberghi numerosi. A Capri le macchine sono scomparse e sono vietati schiamazzi e rumori di giorno e di notte.

Se lei, Cara Signora, ha in tal senso qualche idea nuova per Procida,  che possa aiutare la collettività a vivere meglio nella nuova situazione sociale che si è creata, con questi costanti flussi di persone che si riversano sulle nostre stradine,  la faccia pervenire al Sindaco che sarà bel lieto di prenderla in considerazione. 

Perché anche loro, Sindaco, Assessori e Consiglieri comunali, stanno lavorando costantemente nella ricerca di una soluzione, in quanto, come tutti noi, sono stati presi d'assalto dai problemi che si sono, oggi più che mai, ampliati e centuplicati e, lo dico a ragion veduta, non basta il tempo di una giornata per rispondere alle numerose richieste che da ogni parte dell'isola arrivano al comune.

Si oggi Procida nella sua totalità, cittadini e Amminitratori, può essere paragonato ad un grande veliero che, mentre solcava le onde in tranquille acque, è stato improvvisamente sorpreso da un forte vento  che le ha impedito di camminare nella rotta prefissata. 

Cosa succede in simili casi?

Se il comandante si ostina a voler andare su quella rotta prefissata nonostante la variazione di direzione dei venti,  rischia seriamente di naufragare, se invece comprende che va modificata la direzione del cammino e dell'utilizzo delle vele anche a costo di grossi sacrifici, per esempio alleggerendo il carico, allora c'è la speranza che il veliero e i passeggeri si salvino.

Cara Signora, lo si voglia o no, siamo chiamati tutti a capire  che è cambiato il vento per la nostra isola e che non potremmo più vivere come prima. Per salvarci, occorrerà fare nuove scelte, modificare i nostri costumi, privarci anche di qualcosa di necessario se occorre. 

Ci riusciremo? Sicuramente se tutti insieme ci metteremo intorno a un tavolo e ascoltandoci con grande rispetto tracceremo la nuova rotta su cui incamminarci.

Pasquale Lubrano Lavadera

Commenti

  1. dovrebbero essere contenti di avere turisti a Procida. portano pure denaro che non guasta mai

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