PROCIDA COME VENEZIA?
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Procida: Marina Corricella durante una manifestazione religiosa |
Chi avrebbe mai immaginato che un giorno l'isola di Procida fosse presa d'assalto da visitatori da tutto il mondo come già è avvenuto anche per Capri e per Venezia.
Penso nessuno, perché per decenni si era sempre detto che l'isola non era aperta al turismo, in quanto l'attività prioritaria economica restava il mare, e le risorse territoriali da sfruttare erano minime, con soli 3, 7 kmq. Come pure nessuno pensava che la Corricella che si riempiva solo per una manifestazione religiosa, potesse essere ogni giorno invasa dai turisti.
Sì, nessuno
avrebbe mai immaginato che il quartiere più povero, più bistrattato ed
emarginato dell'isola, la Corricella, oggi diventasse il polo di attrazione del
mondo intero. Tutti vogliono venire sull'isola e cercano l'immagine mitica
della Marina Corricella e restano
incantati dinanzi a tanta bellezza e la riproducano in mille modi e la esportano
e la dipingono e la amano.
30 anni fa quando
nascevano i primi timidi ristoranti giù
alla Corricella si parlava di azzardo, come si parlava di azzardo quando si
parlava di porti turistici. Ma ormai i porti turistici di Procida sono fra i
più rinomati in Campania, e la Corricella è richiestissima.
E ogni sera masse di
persone la invadono e siedono in un suo locale, e centinaia di grandi motoscafi stazionano nei nostri porti, mentre
un'altra grande quantità inquina illegalmente le nostre baie balneabili.
Eppure da un bel po' di
tempo Ischia scaricava ogni giorno sulla nostra banchina ingenti carichi umani
di visitatori per la gioia dei nostri taxisti. E quelle masse giornaliere di
turisti italiani diventavano sempre più numerose, e il fascino dell'isola
esportato attraverso memorabili ricordi fotografici.
Ma l'isola di Procida,
non dimentichiamolo, deve la sua notorietà in Europa e nel mondo, fin dall'800,
a due grandi scrittori Lamartine e Elsa Morante che vollero ambientare i loro romanzi Graziella e L'isola
di Arturo a Procida; a intellettuali
italiani e artisti che hanno iniziato nel dopoguerra a sbarcare a Procida; a troupe
cinematografiche che si sono avventurate
per il loro film sull'isola.
Ancora nel 1960, la
rivista del Touring Club, Le vie d'Italia, presentava Procida come Isola di
Graziella, tra le più belle isole italiane e con la firma di Alberto Moravia.
E potremmo continuare. Ma
tutto questo non ha fatto mai balenare nelle nostre menti la possibilità che prima o poi la
nostra isola sarebbe stata presa d'assalto, anche perché non del tutto
coscienti del patrimonio paesaggistico e architettonico di inestimabile
bellezza e valore artistico. Eravamo
abituati alla bellezza e non davamo ad esso un valore assoluto esportabile.
Poi è arrivata la nomima di "Procida Capitale" ed è storia dei nostri giorni.
La storia di Venezia è arcinota ma anche lì, come a Capri e oggi a Procida un flusso inarrestabile di visitatori incantati dalla bellezza, non senza qualche distinguo di preoccupazione e di ingovernabilità.
E, se Venezia ha dovuto dire "no" a certe
tecnologie e innovazioni per governare un flusso turistico sulla laguna sovrabbondante,
parimenti è avvenuto a Capri che si è vista costretta a eliminare l'auto in
buona parte del vasto territorio di 16 kmq.
Tutta la vita a Venezia è
sulla laguna nelle gondole, nei
trasporti via mare, e nel dominio delle
maree. Gli approvvigionamenti nei negozi negli alberghi tutto via mare. E
veneziani e ospiti hanno accettato i limiti della laguna e ne hanno fatto il
loro fattore di sviluppo.
Procida non può essere da
meno e nei suoi 3,7 kmq, deve accettare i suoi limiti geografici, le piccole
stradine di collegamento, e farne fattore di sviluppo con l'eliminazione
dell'auto.
A Venezia chi possiede
l'auto è costretto a depositarla in
garage in terraferma. Procida dovrà seguirne l'esempio e dovrà progettare il
futuro necessariamente priva di auto e di taxi, camion e pullman di grandi
dimensioni.
Tutto potrà essere a
misura di uomo con spostamenti elettrici
modesti e non inquinanti, con passaggi pedonali ampliati e disseminati
nell'intera isola, per ridare così alla natura
la sua primordiale bellezza e lasciare, a chi viene per ammirarne la divina originalità, la possibilità di affermare: "Come a Procida, ridare alle
nostre contrade un ritmo pienamente rispettoso della dimensione umana della
vita."
Forse corro troppo, ma
non vedo altra soluzione per il futuro della mia isola, anche perché il flusso
delle persone presenti oggi è veramente grande e non è dipeso solo da "Procida
Capitale", ma soprattutto dalla diffusione, sempre crescente, della
bellezza straordinaria e unica della
nostra cara Procida. Un'isola a cui dobbiamo amore, rispetto e cura.
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Venezia flussi turistici giornalieri |
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