Procida Porticciolo della Chiaiolella
Procida salvata dal
baratro economico
Quale è stato il lavoro più grande svolto
dall'Amministrazione Dino Ambrosino?
Siamo ormai a 6 anni di impegno
ed abbiamo già evidenziato in un precedente articolo la svolta storica
operata sull'isola. Questa volta
vogliamo fermarci su un particolare significativo: l'economia.
Se ne parla poco come se
fosse un aspetto come tanti altri e,
nella valutazione complessiva dell'operato di Dino Ambrosino e la sua squadra,
non si mette mai abbastanza in evidenza.
E, invece, l'aspetto
economico è il primo e fondamentale aspetto
in una famiglia in un'azienda in un Comune.
Personalmente penso che
l'opera politica più grande, e di cui dovremmo come procidani, essere
infinitamente grati, compiuta dall'Amministrazione Dino Ambrosino grazie anche
al lavoro competente e puntuale del Consigliere Giovanni Villani è quello di
aver salvato dal baratro economico Procida.
Non possiamo dimenticare
che dopo il 31 maggio 2015, i nuovi amministratori si trovarono davanti a una situazione
sconcertante, con un PREDISSESTO avviato, con le casse comunali privi di un
euro, con dipendenti da pagare, con una
massa debitoria che si è rivelata piano
piano essere gigantesca e di oltre 30 milioni di euro.
E come se ciò non
bastasse, la richiesta tempestiva di riequilibrio economica avanzata inflessibilmente
dalla Corte dei Conti, pena il Commissariamento del Comune.
Immaginate un po' cosa
debba essere stato per Dino Ambrosino e la sua squadra essersi trovati, alla
loro prima esperienza di amministratori,
davanti a una sfacelo economico di così
grande portata.
Una sfida titanica che
avrebbe potuto scoraggiare chiunque, e infatti alcuni detrattori di Dino hanno
subito cercato di indebolirlo
psicologicamente, dichiarando a voce alta: "I nuovi Amministratori non hanno esperienza, non potranno mai farcela…fra
sei mesi andranno tutti a casa."
E, invece, - e qui il grande
merito politico di Dino Ambrosino - dopo
sei mesi la Corte dei Conti si è resa conto della serietà dei nuovi giovani
amministratori, della loro volontà di portare l'isola fuori dal buco nero
in cui era caduta, per ridare fiato alla
vita sociale e culturale, attraverso una rilettura della
lunga storia dell'isola, dalla quale emergeva con chiarezza che sempre nei
moneti più tragici Procida aveva saputo trovare una via di uscita e di salvezza
.
Acquistata la fiducia
della Corte dei Conti, l'Amministrazione ha cominciato a navigare in acque più
tranquille a guardare i grandi problemi da affrontare ma soprattutto a risanare
l'economia malata, imponendo certamente tanti sacrifici al paese, ma cercando
di ridurre al minimo l'aumento delle tasse.
E questo a parer mio è
stata un azione politica di valore
incalcolabile e che il procidano non potrà mai dimenticare e che segnerà storicamente lo spartiacque tra un prima e un
dopo.
Come dicevo nell'articolo
precedente: la storia non si ripete, va avanti ed anche Procida dopo la svolta
economica operata da Dino Ambrosino andrà avanti. Certo gli uffici comunali sono ancora
sguarniti, e tali resteranno fino a quando non si esaurirà la fase del
PREDISSESTO, e gli assessori e i
consiglieri comunali sono spesso stati
costretti a svolgere anche il ruolo di dirigenti comunali e in tante occasioni
anche il ruolo di operai.
Ma tutto questo, in una
situazione di GRAVE PREDISSESTO, è un merito e non un demerito. Anche perché,
cosa mai avvenuta nella nostra piccola Storia, siamo riusciti a restituire
circa 4 milioni di euro alla Stato, mettere in attivo le società partecipate,
attivare il volontariato in tutte le sue forme ed espressioni, e ricevere nuovi
e cospicui finanziamenti per opere colossali come quello del costone in
pericolo di Terra Murata, la ricostruzione di Santa Margherita Nuova e portando
finalmente a termina in tanto atteso Depuratore.
Ciò è stato reso
possibile per l'intelligenza politica e la serietà amministrativa di Dino
Ambrosino e della sua squadra, che pur avendo avuto qualche fibrillazione
interna, sono riusciti con tutte le loro forze a rimanete coesi, e ad affondare
il bisturi nella grande ferita economica che stava insanguinando e mettendo in
pericolo la vita stessa dell'isola.
Non tutto è fatto, c'è
ancora molto da fare su molti altri aspetti, ma senza mai abbandonare lo sguardo dall'aspetto economico, perché basterebbe
una piccola disattenzione o una
superficialità di veduta su tale aspetto, per veder frenare questa
accelerazione di risanamento che è stata sapientemente avviata.
Pasquale Lubrano Lavadera
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