PROCIDA IN PIENA CRISI DEMOCRATICA...
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L'isola di Procida |
Procida in piena crisi democratica come in quai tutte le citta italiane, dopo secoli di
autoritarismo imperiale e monarchico, e dittatura. La democrazia repubblicana anche in Europa nasce fragile e senza basi solide. Un sogno
troppo a lungo atteso, fermentato da incertezze e visioni, da dubbi e spinte
reali che hanno chiesto non pochi sacrifici
e con risvolti, purtroppo non sempre positivi, segnati anche dalla violenza e da crisi che
oggi mettono in dubbio le conquiste del passato: lo vediamo un po' in tutte le nazioni..
Che cosa è mancato ? E la
domanda che i sociologi da più parte si fanno dinanzi al crescente fervore “monarchico” che va affermandosi un po' dovunque.
Secondo Juan Narbona è
mancata “la preoccupazione per la salute della democrazia”[1], in quanto un sistema
democratico , come tutte le realtà socio-politiche nuove che si affacciano
nell’umanità, ha bisogno di cura e di attenzione da parte di quanti sono
chiamati a gestirla. Cura e attenzione
che è mancata in Italia ed altrove.
Curare un sistema
democratica significa porre al centro
della vita politica quel sogno ideale di coinvolgimento di tutti i cittadini
nella gestione del territorio, sogno che deve essere sempre più condiviso da molti
nella piena consapevolezza “che nulla è
possibile realizzare senza sacrifici”.
Non basta, come è
avvenuto da più parte, e anche da noi a
Procida, portare avanti le necessità di
un territorio gestendo PRIMARIAMENTE il presente,: si provvede alla discarica, si
aggiustano le strade, si regola il commercio, si interviene per le fogne e la
differenziata, si curano le frane nelle coste, SI CONTROLLANO LE VELOCITA DEI
MOTOVEICOLI ecc. ecc. credendo che nella gestione del presente si riesca ad “avere il controllo di una realtà
liquida e in movimento”.
Se l’impegno nel presente non è collegato strettamente al sogno che ci permette di alzare lo sguardo verso il
futuro e intravedere le coordinate lungo le quali camminare, il futuro
inevitabilmente si annebbierà.
Il sogno ci permette di
amministrare progettando a lunga scadenza e lasciando una traccia profonda, che
ci permette di intravedere come potrà essere domani l’isola che lasceremo ai
nostri figli, affrontando con coraggio i problemi di fondo della nostra vita
sociale, individuando cambiamenti comportamentali e scelte a lungo termine che faranno sentire i propri effetti negli
anni futuri.
Ma a tutto questo va
aggiunto un aspetto che solitamente è stato trascurato e ritenuto non
essenziale alla democrazia: un rapporto
costante con la cittadinanza che deve sempre più sentire come dovere morale la
cura e la continua rinascita del proprio
territorio.
SE questo non avviene il
politico si chiude nel proprio ristretto ambito ed è tentato di pensare che a
lui spetta risolvere i problemi. Grande errore storico della democrazia
italiana e non solo, che riduce la democrazia ad un oligarchia e nel peggiore
dei casi al sovranismo.
Quindi quale sarà il
compito primario del politico democratico? Quello di chiedere alla
cittadinanza di diventare in qualche modo protagonista della vita del proprio
territorio.
Senza questa fatica,
perché è faticoso coinvolgere i cittadini,
la democrazia è destinata a morire con tutte le gravi conseguenze
connesse.
E’ quanto afferma il sociologo Jeremy Rifkin[2] dicendo che la democrazia
rappresentativa ha creato un divario
troppo marcato fra élite e cittadini. Pertanto lui propone una “paricrazia” ossia un sistema
in cui le decisioni non vengono prese solo in giunta o nel consiglio comunale ma ancor prima ,in
modo più partecipato con i cittadini, attraverso assemblee deliberative.
Tommaso Sorgi[3], sociologo, parimente
propone gruppi di iniziativa sociale che interagiscano con gli eletti, verificano le proposte attuate e
stabilendo le necessita future
Si comprende allora perché
Procida non è riuscita mai fino ad oggi a venir fuori da questa crisi che si
manifesta chiaramente in una contrapposizione deleteria tra maggioranza e
minoranza, spaccando anche il paese in due tronconi.
Noi speriamo che nelle
prossimi elezioni possa nascere un’esperienza
nuova, affinché nei programmi politici vengano previste assemblee dei cittadini
o gruppi sociali di riferimento, affinché l rapporto tra eletti ed elettori
continui anche dopo il voto.
E’ una sfida grande ma è
l’unica che potrà rendere veramente attuale la sovranità popolare non solo nel momento elettorale ma anche dopo.
Ben venga allora la paricrazia
anche a Procida, piccolo ma importante
microcosmo che è stato indicato all’intera
nazione come modello.
Pasquale Lubrano Lavadera
29/10/44
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