SALVIAMO LA MAGIA DI PROCIDA

 

Libero De Rienzo nel Palazzo D'Avalos a Procida

Procida, piccola isola, perla del mediterraneo, rischia di perdere la sua straordinaria magia che ha affascinato ieri ed oggi  scrittori pittori attori musicisti e  poeti che sulle sue sponde hanno trovato ispirazione per i loro capolavori che hanno reso immortale il fascino di quest'isola.

Tra questi mi piace ricordare un giovane attore, Libero De Rienzo, scomparso troppo presto, il quale  quando poteva, anche in inverno sceglieva di vivere a Procida perché “l’isola è pura metafisica, è De Chirico in blu. Impressionante è la potenza del mare, ch’è ovunque…vivo Procida più che posso, isola piccolissima e preziosa… non può essere altrimenti.”[1]

Si, ripetiamo con  De Rienzo, “non può essere altrimenti”,  anche perché c'è nel mondo una gran fame di isola, da quando la psicologia ha individuato nell’isola  il rimedio allo stress  del vivere, che si accumula  ogni giorno soprattutto nelle grandi città caotiche e roboanti. Bastano anche pochi giorni vissuti in assoluta libertà nella tranquillità di un’isola  al contatto col mare e con la natura incontaminata per una completa rigenerazione.

E’ pertanto  necessario che i cittadini di Procida, prendano coscienza di questa meravigliosa realtà che loro possiedono e sappiano preservare questo tesoro inestimabile che è l’isola, cercando di evitare a qualunque costo che essa, di  cui loro sono custodi, diventi simile  a una periferia degradata dallo smog, dal frastuono, dall’ingolfamento di auto e motoscafi, dal fracasso  di un eccessiva “eventizzazione” e da uno spasmodico andirivieni che la deturpa e offende.

Perché tutto questo non avvenga è necessario  difendere  le sue baie  meravigliose dal flusso massacrante dei motoscafi che cercano di assediarla ogni giorno nelle stagioni estive.

E’ necessario  riportare la pace sulle nostre strade consentendo uno scorrimenti minimo di autoveicoli,  non rumoroso e di dimensioni ridotte.

E’ necessario accogliere i nostri  ospiti nei meravigliosi giardini dove poter respirare ossigeno puro in una totale immersione nell'atmosfera magica di una flora incontaminata.

Perché tutto questo avvenga, occorre un’attenta e incisiva  riconversione  generale della nostra pianificazione turistica, a breve a medio a lungo termine,  che porterà sicuramente un incremento notevole ma sostenibile di  presenza turistica nei nostri alberghi e nei nostri B&B, perché offriremo ai nostri ospiti  quello che nessun altro posto al mondo saprà offrire: giorni di vita meravigliosa nell'isola incontaminata dalla struggente bellezza. 

Sapremo operare questa riconversione nei prossimi anni? Prima che la furia dell’invadenza mediatica di basso profilo ne distrugga per sempre le  mitiche caratteristiche uniche al mondo? 

E la grande sfida che l’Amministrazione isolana dovrà affrontare nei prossimi mesi, non da sola ma chiamando a raccolta i cittadini tutti, dagli operatori turistici ai naviganti alle famiglie e ai giovanissimi.

Spero vivamente che tutto questo avvenga, perché sono convinto che il vero procidano è uomo intelligente e sapiente e non tradirà mai  la sua storia e la propria particolare vocazione ad essere isola accogliente e magica capace di rigenerare l'animo umano.

Ricordiamo che nei secoli,  sempre, pur nei periodi più tragici della sua travaglia storia ha saputo curare le sue ferite sanguinanti,  e nelle non facili tragedie sociali, ha mostrato coraggio e capacità di non lasciarsi travolgere  dalla frenesia inconsulta e disgregante. 

Sulle silenziose spiagge dell'isola si sono innalzati velieri maestosi che hanno reso storicamente l'isola baluardo della navigazione nel mondo, e fin  dal 600 allorquando si viveva nel terrore degli assedi dei saraceni  ha saputo operare con sapienza per il riscatto dei  propri cari strappati dalla furia barbaresca e trasportati nelle terre africane. 

Oggi, però, è il momento in cui il procidano deve sapersi districare dal frastuono vertiginoso   che l'assale da più parti,  foriero di sventura e di snaturamento, capace di ridurre la nostra meravigliosa isoletta  ad avamposto del più becero degrado ambientale e sociale, inframmezzato da  una conflittualità spinta e disarmonica  tra i vari settori economici spesso non in armonia tra loro.

Conflittualità foriera soltanto di una disintegrazione totale di quella  caratteristica originale e felice  che l'ha distinta nei secoli e l’ha resa luogo magico dove poter vivere in pace e a misura d'uomo, in una relazione di reciprocità salutare e salvifica, sempre attenta a  “quel bene relazionale” che garantisce la riuscita di ogni progettualità, e poter continuare a ripetere, come scrivevano sui nostri muri i ragazzi dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, partecipando al progetto Stop Tigre, “NON IO MA NOI.”

Pasquale Lubrano Lavadera

29-10-44

 




[1] Gianni valentino , Intervista a Libero de Rienzo La Repubblica 16 maggio 2021



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