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IL MIO AMICO ALBANESE CEZAR KURTI

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Cezar Kurti (1935-2013) Era una fredda mattina di febbraio del 1992. Mi trovavo al Collegio dei Traduttori Letterari di Procida, a palazzo Catena e stavo lavorando al computer.  Ero da solo, la Direttrice non era ancora arrivata. Un vigile urbano mi chiama: “C’è uno straniero alla porta, cerca la Direttrice!” Mal vestito, con una valigia di catone, gli occhi spauriti, un viso bruciato dal sole e segnato da profonde rughe, mani callose e ruvide.  Lo accolgo, gli offro una sedia. Sono Cezar Kurti, mi dice, vengo dall’Albania, ho fatto un lungo viaggio via terra, sono molto stanco. Albania! Quel nome mi porta indietro nel tempo. Mio padre aveva fatto la guerra in Albania e sempre mi aveva raccontato: “Se le famiglie albanesi non ci avessero soccorsi nella tragica e desolata ritirata, saremmo tutti morti per gli stenti e per il gelo. Ci hanno rifocillati, dato vestiti e scarpe  per affrontare la neve e il gelo e giungere così al porto di Tirana.” Sentii sub...

I giovani procidani con Luigi Leonardi testimone di giustizia

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Un'iniziativa di grande valore pedagogico si è realizzata a Procida  nella chiesa della Pietà al Porto per iniziativa di don Lello Ponticelli e dell'Istituto Superiore di secondo grado, dando a duecento giovani la possibilità di un incontro di alto valore sociale e formativo. Infatti questi giovani procidani si sono incontrati con il testimone di giustizia Luigi Leonardi vittima da molti anni delle violenze della camorra. Una testimonianza di grande calore umano, coraggio e speranza  e ricco di riferimenti a quei valori di onestà, lealtà, fedeltà ai propri ideali di cui i giovani sono bramosi. Sono queste "lezioni" che oggi portano un cambiamento nella vita ecclesiale e nella comunità scolastica, in quanto segno visibile di possibili e virtuose alleanze. Un alleanza, quella che si è realizzata a Procida, tra mondo ecclesiale e Scuola,, che segna il futuro della scuola laica,  ma anche il futuro della cristianità che deve uscire  sempre più dalle sacr...

"GRAZIELLA"

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Maria Fiore e Jean-Pierre Mocky rispettivamente Graziella e Alphonse nel film "Graziella" di Giorgio Bianchi        La notizia che l’isola diventava un  set cinematografico circolò tra noi ragazzi e nelle nostre famiglie. Sull’isola infatti si stava girando un film su Graziella , il famoso romanzo di Alphonse de Lamartine e l’attrice scelta per il ruolo della ragazza amata dal poeta era  Maria Fiore, una giovanissima attrice di solo 19 anni, romana, molto famosa per aver girato a soli 17 anni un film di successo: Due soldi di Speranza .    La notizia entusiasmò grandi e piccoli e un tamtam spontaneo trasmetteva da una punta all’altra dell’isola gli spostamenti dei cineasti: - Ieri hanno girato alla Corricella, domani saranno alla Chiaiozza a Solchiaro…La casa di Graziella è stata trovata a via Raia…    Non si parlava d’altro e i giovani e le ragazze osavano avvicinarsi  alle varie location per curiosare sul set e appre...

Vincenzo Romano, il parroco che non si ferma al puro esercizio del culto

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Sfama il popolo durante l'eruzione del Vesuvio del  1794 Nel parroco Vincenzo Romano troviamo una carità che si espande fuori del puro esercizio del culto e s’interessa e si affaccia per tutti i bisogni umani privi d’altro soccorso. Egli a nulla è estraneo, tutti conosce, tutti conforta, tutti ammonisce, tutti benefica. Anzi la sua carità da individuale si fa sociale, da spirituale anche professionale ed economica per ritornare subito morale e religiosa. Si dedica all’educazione dei fanciulli e dei giovani nella sua casa, dove gratuitamente tiene lezioni per i vari ordini di scuola. Si impegna per la giusta composizione delle questioni economiche e sociali esistenti tra gli armatori delle coralline ed i marinai che affrontano la fatica e i rischi della pesca. Conoscere la sua vita  e il suo amore assoluto  per gli altri ha "sconvolto" la vita di tanti procidani.

Napoli: LA GRANDE FORZA DELLE CATACOMBE DI SAN GENNARO

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Napoli: Le Catacombe di San Gennaro Siamo tutti a conoscenza  di alcune difficoltà sorte tra la Chiesa napoletana e la Chiesa universale (Vaticano) sul modo di gestire le Catacombe, per diritto canonico di proprietà vaticana. La Chiesa Universale (Vaticano) se da una parte non vuole alcuna restituzione  sugli utili degli anni passatri, per il futuro vorrebbe comparere l'utilizzo degli utili delle Catacombe di San Gennaro alle modalita di utilizzo degli utili degli altri beni ambientali del Vaticano. E' giusto questo? A questo punto ci chiediamo: Ma la Chiesa di Napoli fa parte della Chiesa universale? La vita ecclesiale delle comunità napoletane come quella della Sanità che fa capo al parroco don Antonio Loffredo è parte della chiesa universale? Noi pensiamo di sì,  e pensiamo che la Chiesa universale (Vaticano) debba sentire profondamente suo il lavoro che Don Antonio Loffrredo ha avviato in quel quartiere che sta risorgendo dalle macerie morali dando l...

Accadeva durante la grande guerra

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Più di sette mila persone che abitavano a Bassano dovettero andare via, perché il Monte Grappa sempre veniva bombardato. I soldati quasi tutti venivano dal Meridione, contadini e non che speravano almeno di mangiar bene! Qualcuno aggiungeva: ci danno anche la cioccolata. Le abitudine linguistiche si mischiarono con i dialetti. Un ingegnere, insieme ad altre persone si mise a costruire gli aerei. E quando il primo aereo prese il volo il costruttore disse che sentiva l’azzurro del cielo nel petto. Sul Monte Grappa c’era il convento dei Benedettini che producevano un’ottima grappa, la protagonista della grande guerra. I soldati prima di andare a combattere l’aggiungevano al vino; serviva per il loro cammino e   anche a morire. Sul Monte Grappa ora si vive come in un luogo della memoria. A Bassano riposano ventimila italiani. In questi luoghi di montagna anche gli alberi hanno combattuto, la grande guerra ha distrutto tutto. L’esercito Itali...

Aboliamo i voti nelle scuole dell'obbligo!

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Abbiamo già parlato negativamente delle prove INVALSI nella scuola dell'obbligo. Ma occorre anche ripensare  il voto, strumento didattico che la Montessori aveva eliminato nelle sue classi insieme ai registri. Riportiamo alcune riflessioni sul voto di una maestra dopo aver consegnato le schede di valutazione alle famiglie: “Non sono stata capace di dire no. No ai voti. Alla separazione dei bambini in base a quello che riescono a fare. A chiudere i bambini in un numero. Ad insegnare loro una matematica dell’essere, secondo la quale più il voto è alto più un bambino vale. Il voto corrompe. Il voto divide. Il voto classifica. Il voto separa. Il voto è il più subdolo disintegratore di una comunità. Il voto cancella le storie, il cammino, lo sforzo e l’impegno del fare insieme. Il voto è brutale, premia e punisce, esalta ed umilia. Il voto sbaglia, nel momento che sancisce, inciampa nel variabile umano. Il voto dimentica da dove si viene. Il voto non è il volto. I vot...