Mario Spinetti Sindaco di Procida


Mario Spinetti con la moglie alla Scuola elementare 10 agosto 1956
  
   Nato nel 1908, Mario Spinetti si laureò brillantemente in medicina nel 1931 a soli 23 anni. L’anno successivo vinse il concorso per assistente chirurgico negli OO.RR. di Napoli iniziando la sua brillante carriera. Formatosi alla scuola del padre, professore di Medicina Operatoria all’Università, diede alla sua preparazione l’indirizzo eminentemente pratico, che conservò per tutta la carriera. Dal 1932 restò ininterrottamente  negli Ospedali Riuniti di Napoli come assistente prima, poi dal 1946 come chirurgo. La parentesi della guerra lo portò in Albania come capo reparto di chirurgia nel 146° ospedale di campo. Non trascurò il lavoro scientifico: fu direttore responsabile della “Rivista di Chirurgia”, e segretario di redazione della rivista “Gli incurabili”, oltre a pubblicare numerosi  lavori scientifici. Dal 1945 fu chirurgo primario nell’Ospedale Civico di Procida e  nel Penitenziario dell’isola. Sportivo appassionato eccelse nella scherma, vincendo campionati universitari e tornei nazionali ed internazionali. Per alcuni anni si dedicò anche al giornalismo sportivo
   Non ritenne mai l’impegno politico una professione, ma visse il suo mandato di Sindaco come straordinaria possibilità di dedicare  gratuitamente il suo tempo, per migliorare la condizione di vita dei cittadini, senza mai smettere di praticare la professione di medico. Aveva un grande rispetto per i consiglieri di minoranza, che considerava collaboratori, seppur nel loro ruolo critico di controllo. Da autentico democratico,  aprì strade inusitate di consultazione tra cittadini prima di prendere decisioni importanti e definitive. Ebbe inoltre un buon rapporto con i procidani di cui curava la salute e ai quali si dedicò con tutte le sue energie  per offrire loro un orizzonte politico nuovo. Diede, nel suo mandato di Sindaco, valore primario all’impegno per la Scuola, a cominciare dagli asili fino all’Istituto Tecnico Nautico per il quale volle la sezione Capitani di Lungo Corso. Come pure si adoperò perché nascesse una Biblioteca Comunale: inammissibile un’isola senza una attrezzata ed ampia biblioteca. Inoltre per dare un futuro all’isola occorreva dotarla di un Porto efficiente,  ma si scontrò subito con le difficoltà economiche che affliggevano l’Italia. Tuttavia riuscì a portare il Presidente della Repubblica Gronchi  sull’isola affinché si rendesse conto di persona dell’impellente necessità e Procida ebbe  il suo Porto e poté  garantire attracchi sicuri e collegamenti  migliori con la terraferma. La sua improvvisa morte, il 2 febbraio del 1958, lasciò nell’isola e nel settore sanitario un vuoto difficile da colmare.
   Don Michele Ambrosino all’indomani della scomparsa ne sottolineò la dimensione umana e spirituale: “Ogni uomo è una sintesi di intelligenza, volontà e cuore. Mario Spinetti aveva un enorme capitale di questi beni…L’intelligenza gli brillava negli occhi. La forza di volontà e la tenacia che lo hanno sostenuto nella sua carriera è stata, a dir poco, non comune. Dalla paziente ricerca, che lo faceva sudare, per ore, nel suo camice bianco finché il male non fosse scoperto ed estirpato, fino ai suoi impegni politici: il campo della ricerca delle possibilità e dell’attuazione di un determinato punto di vista. Esaminava tutte le possibilità con una tenacia. Questa maniera forte, questo spirito di resistenza, tra incomprensioni e attacchi, questo carattere virile lo rendeva ai miei occhi, un uomo eccezionale. Alcuni anni fa, quando insegnavo al Liceo “Genovesi” e frequentavo la sua clinica  di “Villa Chiara”, in un mattino piovoso, mi venne incontro con questa proposta: “Don Michele, c’è qui ricoverato il medico C., prossimo alla fine, per un male inguaribile. Si trova qui stamattina anche il capitano F. Fra i due da tempo non corrono buoni rapporti; ma adesso che è giunta l’ora, deve ristabilirsi la pace e la cordialità. Caro Don Michele datemi una mano!”. Dopo alcuni minuti il Medico e il Capitano si riabbracciarono tra le lacrime della ritrovata pace e serenità.”


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