Procida è stata per me l'ispirazione - Intervista a Luigi Nappa
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Luigi Nappa nel suo studio a Procida |
Cosa e’ stata Procida nella tua vita da artista?
Procida e’ stata per
me il seme, l’ispirazione, la concezione totale, e rimane ancora il risultato finale del mio lavoro di artista che non ho del tutto
afferrato. Procida la vedo come un “Mostro”,
inventore della forma e del colore che attraverso gli anni e molte persone,
ingenuamente, lentamente e con calma, e’ stato nutrito di creatività,
spontaneità, semplicità, tanto da
trovarsi oggi sull’altare della meraviglia.
Ritorni ogni anno nella tua isola. Come la trovi e come
vorresti che fosse per il futuro?
E’ vero vivo quasi sempre lontano da Procida fisicamente,
ma non l’ho mai lasciata un minuto mentalmente. Come la trovo? Certamente
cambiata, ma non per questo non l’amo. Vorrei tanto che fosse rimasta la
Procida che ho vissuto da bambino, la Procida che lasciai la prima volta: serena
ma non addormentata, bella nella sua semplicità. Ricordo che dal mio lettino,
sulla scalinata della Starza (la Sciulia), potevo senza sforzi capire chi stava
percorrendo la strada dal suono dei passi, dal fischiettare o semplicemente
canticchiare: Maria Quarantella che faceva tre passi e si fermava e parlava da
sola pensando che al suo fianco ci fosse qualcuno; Chiarastella che cantava; il carretto di Biase Caputo che
cigolava; gli zoccoli di Chiavitiello, oppure la scopa di Procolo ….cose che mi
fanno diventare gli occhi lucidi mentre le ricordo. A pensarci quei suoni erano
una palestra per le nostre percezioni, immaginazioni, creatività, e che peccato che i nostri giovani non l’hanno
trovata. Quindi e quasi paradossalmente vorrei un futuro riportato all’indietro,
al dopoguerra, quando le strade erano solo piene di silenzio e di
grandi desideri per il futuro .
Ma, come dice una canzone, NON SI PUO’ ritornare
indietro, NON SI PUO’, tutto cresce e cambia: e’ il corso della vita , forse si
doveva essere piu’ saggi e creare un diverso mondo per i nostri giovani.
Quali i riferimenti fondamentali della tua vita?
Non sono un
credente convinto, ma trovo in me molti riferimenti cristiani, molto
importanti e necessari per me stesso e per la vita di relazione con gli altri.
Il riferimento principale della mia vita, il faro che
sempre mi ha dato sicurezza e guida è stata mia madre, non per le cose che mi
diceva, ma per le cose che faceva nel suo rigoroso silenzio. Posso dire che è
stata il “Picasso” della vita mia, sul lavoro, nel carattere e nel mio comportamento in
generale. Strada facendo, specialmente nel lavoro ho trovato poi altri
necessari riferimenti, ma questi ti aiutano a costruire la struttura di quello
che si diventa; importantissimo però è avere delle buona fondamenta su cui si
costruisce tutto, e questo credo che
avviene solo nell’ambito familiare se si
è fortunati.
"Pizzago" un quadro di Luigi Nappa |
Attraverso il rapporto con tuo figlio conosci il mondo
giovanile di oggi, le sue inquietudini , le domande fondamentali, l’incertezza
per il futuro. Cosa diresti ad un giovane procidano per aiutarlo a realizzare i propri sogni senza smarrirsi?
E’ difficile, ma non solo oggi: e’ stato difficile sempre
e sempre per diversi motivi. Prima di ogni cosa
l’amore tra i genitori e i figli deve
sempre esistere al di là di ogni avversità. Le condizioni dell’abitat cambiano, ma l’attenzione, la guida, il suggerimento
deve essere sempre condito con AMORE.
I giovani in gran parte si trovano smarriti perché in
qualche modo sono stati lasciati un po’ soli, mentre i genitori erano al lavoro
o avevano altri problemi di sopravvivenza.
Questa necessità di lavorare in due in una famiglia viene imposta o
dalla poca abilità dei governi o dalla decisione di alcuni genitori che trovano
più maneggevole lavorare anziché accudire e guidare la casa ed i figli.
Non voglio entrare in dettagli e non voglio aprire la
mitica scatola dei vermi, ma l’emancipazione, il divorzio, la televisione e
vacanze pazze, come possedere macchine e case o barche lussuose hanno portato un po’ tutti fuori strada. Il
giovane di oggi guarda alla televisione e vorrebbe essere dopo dieci
minuti lo stesso giovane di successo
e non sa come fare, cerca e si avvilisce perché non può trovare tutto e subito. Nell’entrata dell’ ufficio della
Metro Golden Mayer di Hollywood c’è una frase che dice : “Quello che sembra
essere an overnight success, è il sacrificio di una vita intera.”
Ognuno di noi ha dentro di sé un vulcano di energie ed ha
anche una personalità che va accuratamente esaminata. Detto questo, cosa direi
ad un giovane? Prima di tutto cerca chi sei, i tuoi pregi, i tuoi difetti ed
altro, e se ti trovi, cerca di
immaginarti cosa vorresti essere o cosa vorresti fare, che è molto più
difficile .Allora non c’è altro che cominciare a fare qualcosa, qualsiasi
cosa e questa non significa “non fare niente”. La parte più difficile di
ogni cosa è iniziare.
Le cose cominciano a pigliar forma man mano che si va
avanti, proprio nella maniera in cui siamo stati generati – dal concepimento
alla nascita -. Ognuno avrà il proprio
percorso di vita - da quello che oggi siamo a quello che diventeremo.
Come già forse sai, abbiamo sull’isola il problema della droga!
Siamo arrivati
all’ultimo atto …Ora bisogna solo prepararsi a guardare le conseguenze . C’e’ poco da
fare adesso, e mi riferisco, grazie a Dio, solo a quelle famiglie vittime , perche’
credo che nella maggioranza delle famiglie procidane c’è quell’amore di cui
prima parlavo, e quella dovuta attenzione all’educazione dei figli.
E’ da tempo che uso una frase che non ripeto con piacere.
Alcuni genitori, a causa della loro incoscienza, comprano l’amore dei
propri figli, e sapete come?:
la stanzetta, il vestito di marca, il motorino o la barca, il mangiare
più accurato, soldi in tasca. E’ quasi un vanto, per questi genitori,
vedere i loro figli trattati come principini, e lo sarebbe se questi ragazzi
avessero già la capacità di capire il sacrificio dei genitori, e invece spesso
pensano erroneamente che tutto sia loro dovuto, e di qui la loro debolezza e fragilità psicologica che li porta dove non
vorremmo.. Mia madre diceva che i genitori devono avere verso i figli un amore
GRANDE e un cuore “con i peli sopra”.
Cosa diresti ai nostri genitori?
Dare delle dritte per una via d’uscita non mi sembra il caso. Guardando la mia
esperienza direi di dedicare più tempo
ai figli, sapendo che volerli bene non significa accontentarli in tutto. Ho
capito che voler bene ai figli significa stare con loro, partecipare a costruirsi una carriera, aiutarli nei loro
dubbi, essere loro vicini nelle piccole
delusioni o incertezze, essere il loro faro, la guida giusta, il loro angelo
custode. In noi tutti genitori ci sono dei punti grigi e molti, purtroppo,
neri… chi non ha mai sbagliato scagli la prima pietra, ma con questo non
bisogna avvilirsi, io personalmente ho seguito e aiutato un genitore procidano che ha portato salvo in porto un
figlio che era gia’ stato inghiottito dalle onde della droga.
E ancora … la SCUOLA: sì la SCUOLA dovrebbe portare sulla lavagna queste nuove
problematiche: come la Droga, i Rifiuti,
l’Acqua e indicare ai giovani quale
strada prendere per il lavoro, perché oggi
ci sono tanti avvocati o architetti che non trovano lavoro, e viene a mancare
il falegname o l’agricoltore o
l’idraulico.
a cura di Pasquale
Lubrano Lavadera
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