Sergio Scapagnini Cittadino Onorario di Procida

Il Consiglio Comunale di Procida riunito il 26 giugno 2013 a Santa Margherita

Mercoledì 26 giugno 2013, nella Chiesa di Santa Margherita a Terra Murata, il Consiglio Comunale di Procida, all’unanimità, ha conferito la cittadinanza onoraria al produttore Sergio Scapagnini, quale amico di Procida, avendo egli, fin da 1985, deciso di avere una casa sull’isola e di abitarvi, costruendo in questi anni rapporti di amicizia duratura con molti isolani.
Legato fortemente a Concetta Barra ha voluto condividere il luogo natio della grande artista.
Il suo film “Fuoco su di me” (2005) celebra Procida come isola dell’amore, luogo magico di sentimenti e valori capaci di cambiare la vita dell’uomo.
Riportiamo qui di seguito l’intervista che egli ci rilasciò all’indomani della presentazione della sua splendida opera - un inno alla bellezza - che ha fatto conoscere il nome di Procida in tutto il mondo

Sergio Scapagnini saluta il coproduttore ungherese del Film "Fuoco si di me"  Aron Sipos

Donare a tutti la bellezza”
Intervista al produttore Sergio Scapagnini



   E' contento di aver realizzato il film Fuoco su di me?
   Volevamo fare un’opera che ci permettesse di parlare di questi straordinari luoghi: Napoli e Procida. Tutto il mondo sa che sono posti depositari di grandi valori e noi abbiamo voluto parlare di questi valori  raccontando una storia, nella speranza che essa suscitasse  nello spettatore quella scintilla che l'arte è sempre chiamata ad accendere. C'è in me orgoglio e gioia per appartenere a questa realtà e per poterla raccontare con un film che spero dia un contributo per una rinascita della coscienza dei napoletani e procidani, i quali devono sempre più sapere che qui c'è preziosa materia sulla quale si può costruire e ricostruire.

Sergio Scapagnini dopo aver ricevuto la Cittadinanza Onorario ringrazia il Comune di Procida e saluta i presenti

   Lei parla di posti meravigliosi e per certi aspetti ciò è evidente, ma dal punto di vista sociale oggi assistiamo anche ad un degrado dominati dalla violenza.
   Molte sono le piaghe sociali che  affliggono Napoli e provincia e che rendono difficile vivere in questa città. Anche se sono convinto che difficoltà e piaghe sono presenti in ogni contesto sociale.
   E' vero, non sempre è facile vivere a Napoli, ma occorre, secondo me, come prima cosa far riscoprire a tutti i valori artistici e culturali di questa città, che dal punto di vista naturalistico è benedetta dal Signore: alzarsi al mattino e trovarsi davanti la bellezza, non in modo convenzionale o come luogo comune, è qualcosa di incomparabile che può incidere fortemente nell'animo dell'uomo, elevandolo e portandolo verso dimensioni di vita più umane e giuste. Ma occorre lavorare molto perché gli uomini riscoprano questo valore.

Sergio Scapagnini (il primo da destra) con il Regista Lamberto Lambertini e l'attrice Sonali Kulkarni alla Starza

   Dal punto di vista culturale, quindi, una ricchezza enorme che bisogna portare sempre più in evidenza. Anche qui a Procida.
   Dappertutto, affinché l'animo umano possa impregnarsi sempre più di queste cose belle e  vivere con questo grosso patrimonio dentro. Qualche volte superficialmente si irride al pensiero della bontà dell’uomo, della sua generosità, dell'accettazione della vita anche in situazioni non facili, della disponibilità al rapporto…Penso siano invece caratteristiche tipiche di questo popolo e di grande valore. Non possiamo dimenticare la parte buona di Napoli, Procida  per parlare e lamentarci solo della parte cattiva

l'attrice Sonali Kulkarni nel costume di Graziella sulla Spiaggia di Ciraccio

   E’ vero: la bontà è un valore che certa cultura di oggi cerca di minimizzare o addirittura disprezzare. Se una persona mostra buoni sentimenti viene classificata subito per antiquata e quasi di "cattivo gusto". Penso che tali atteggiamenti culturali, sbandierati da certa narrativa alla moda e da certi film siano una vera e propria violenza  sull'uomo, un tentativo, forse inconscio, di portargli via quei connotati del suo DNA spirituale.
   Infatti quando abbiamo fatto con Lambertini il primo film Vrindavan Film Studios sull'India, nella conferenza stampa qualche giornalista quasi ci rimproverava per il fatto che avevamo mostrato aspetti belli dell'India e "buoni" sentimenti dei protagonisti, aggiungendo inoltre, come nostro demerito, il fatto che non avevamo mostrato la miseria dell'India. La povertà, la miseria, la fame sono  grossi problemi sociali che devono essere sconfitti, ma non bisogna dimenticare che possiamo anche aiutare i poveri illuminando la loro anima con la bellezza.
    Un'opera d'arte non può sfamare la gente - sono altre le opere che bisogna mettere in atto per questa finalità -, ma non per questo si può affermare che l'arte non ha la sua funzione sociale, che è quella di appagare quel bisogno di bellezza e di armonia che c'è in ogni creatura umana, ricreando così interiormente le condizioni per le quali l'uomo può nutrire ancora la speranza di un futuro più bello e a misura d'uomo, basato però su valori e non su retorica spicciola e populistica.

Massimiliano Varrese (Eugenio) e Sonali Kulkarni ( Graziella) in una scena del film nel giardino della Starza

   Mi sembra che in Fuoco su di me c'è, rispetto al primo film, ancora più forte questo desiderio di donare bellezza associata a grandi valori quali la pace, la solidarietà, la gentilezza.
   Non so se sia più forte o meno; certamente è costante in me e in Lambertini l'idea di donare a tutti la bellezza, una bellezza che nella nostra vita riusciamo solo a intravedere, a coglierne frammenti. C'è un immagine simbolica che nel film esprime proprio questo nostro desiderio, ed è il Palazzo Donn'Anna di Napoli. Mi spiego… Aymon, cugino francese di Eugenio, non entra  nel clima di Napoli, non riesce a capire questa città, e, di fronte ad Eugenio che invece è preso totalmente dalla cultura, dal popolo, dai sentimenti, dai valori, dice una battuta significativa del suo pragmatismo: "In questa città ti stai confondendo, stai perdendo il senso della realtà". E davanti al Palazzo Donn'Anna aggiunge: "Ecco Napoli! E' un po' come questo palazzo, magari nobile, ma sicuramente decaduto, in rovina". Ed Eugenio, così risponde al cugino: "Questo palazzo non è in rovina, il suo aspetto è dovuto al fatto che non fu mai compiuto e la sua bellezza sta proprio in questo: è nobile, è stupendo ed è ancora da completare”…Spesso le opere d'arte sono belle nella loro incompiutezza

Sonali Kulkarni e Massimiliano Varrese nella scena centrale del film a Terra Murata
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   I protagonisti del film sono due giovani dell'ottocento. Come è stato accolto Fuoco su di me dai giovani di oggi?
   I giovani devono essere aiutarti ad entrare in rapporto con l'interiorità e con la bellezza. Diversamente essi non saranno sempre in grado di cogliere certe dimensioni, sfruttati e bombardati come sono da fenomeni globalizzanti di consumo. Ho fiducia però nei tempi lunghi per il nostro film, e faremo un bilancio dopo che il film sarà stato proiettato anche nelle sale  di tutta l'Europa. In India è stato accolto molto bene.
   Le guerre e le violenza così tipiche della società dell'ottocento, purtroppo sono tornate di moda anche oggi, per cui possiamo smarrirci ancora una volta e pensare che sia impossibile la pace.
  Quando Eugenio lascia Procida, dove ha incontrato Graziella, è deluso perché quella fanciulla che tanto ha attratto il suo cuore è stata già promessa in sposa ad un altro giovane. Stando lontano capisce che quel sentimento è qualcosa di più di una bella amicizia e disperatamente, cerca conforto nella bellezza dei luoghi di Napoli e pronuncia quella frase di Lamartine, emblema del sentire romantico: "Una nube sul cuore scolora l'orizzonte…lo spettacolo è nello spettatore".
   Penso che sia ancora valida oggi: l'opera d'arte si completa nel fruitore, nello spettatore e se questi è sensibile, l'arte raggiunge il suo scopo. Eugenio, non riuscendo ad alleviare la sua pena cerca un piccolo punto bianco - la casetta dei pescatori di Procida dove abita Graziella -,  nella lontana apparizione dell'isola; in quel punto c'è tutto ciò che ha trovato, i grandi valori che hanno illuminato la sua anima, la spiritualità, la vita del popolo, l'arte, la natura. Vorrei che quello che accade ad Eugenio possa accadere oggi ad ogni spettatore, giovane o adulto.

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