INTERVISTA A DINO AMBROSINO SINDACO


Il Sindaco di Procida Dino Ambrosino

ABBIAMO AVVIATO   UN PROCESSO DI RINASCITA DELL'ISOLA."

Incontriamo il Sindaco Dino Ambrosino al termine di un mandato che vede ancora tante iniziative in cantiere e con una vita amministrativa ancora nel pieno delle sue funzioni.
Domanda: Sindaco sono passati 5 anni da quel fatidico 31 maggio in cui il popolo procidano capovolse la situazione politica  e portò alla guida del paese  il gruppo politico de La Procida che vorrei prevalentemente giovane con tanta voglia di cambiare il volto dell'isola. Volendo esprime un giudizio di questa sua prima esperienza da Sindaco cosa direbbe.
Risposta: Non voglio esprimere  un giudizio stereotipato. In ogni esperienza umana ci sono momenti belli forti e positivi ma ci sono anche difficoltà, problemi ancora non risolti. L'esperienza è positiva quando, pur di fronte ai momenti difficili si va avanti, si cercano strade nuove per risolvere  non senza fatica problemi annosi. L'esperienza politica è positiva quando si lotta ogni giorno, senza che venga meno la speranza. In questo senso ci tengo a sottolineare che la squadra, pur avendo vissuto momenti molto difficili, ha retto bene. Si è lavorato giorno e notte senza un giorno di pausa per affrontare problemi su problemi che emergevano da tutte le parti. Considerando poi il fatto che molti dei giovani amministratori erano alla loro prima esperienza, e senza che ci fosse stata ancora piena amalgama tra noi, bisogna dire oggi un grazie a tutti.
D. Quale è stato il primo obiettivo che vi siete posti.
R. Il primo obiettivo è stato proprio quello di creare coesione tra noi, scegliere un metodo, fissare certe priorità… Cosa non facile anche perché venivamo da diverse esperienze; non facile anche per la situazione politico - amministrativa che abbiamo trovato. Ma le difficoltà hanno cementato il gruppo ed  ognuno si è fatto carico di un aspetto con responsabilità e coscienza.
D. Quale situazione politico-amministrativa avete trovato?
R. Lo abbiamo già detto varie volte, ma lo ripeto soprattutto per quei cittadini che ci hanno votato e che alcune volte, di fronte ad attese troppo spinte, avevano l'impressione che eravamo fermi. Dico che ci siamo trovati come davanti ad una montagna da scalare, senza sentieri da percorrere. Il primo grande problema è stato il PREDISSESTO dichiarato dal mio predecessore e  quello del pagamento degli stipendi degli impiegati della casa comunale, per i quali non c'era un lira, nonostante il Comune avesse avuto per questa finalità un mutuo agevolato di 11 milioni di euro. Le casse erano vuote e come se ciò non bastasse è venuta fuori un DEBITO di circa 24 milioni di euro per la quale la Corte dei Conti chiedeva a noi il piano di risanamento in tempi stretti, pena la dichiarazione del DISSESTO. Massa debitoria pregressa che man mano che siamo andati avanti aumentava sempre di più, fino arrivare oggi a oltre 40 milioni di euro.
D. Forse mai Procida si era trovata in una situazione così drammatica…
R. C'era veramente da restare spaventati, ma abbiamo fatto corpo e  siamo andati avanti per non venir meno alla fiducia accordataci e per evitare il DISSESTO e un probabile Commissario.
D. Un ricordo di quei giorni…
R. Il primo ricordo, amaro, fu che mi trovai all'indomani delle elezioni trascinato in Prefettura da una vertenza sindacale per il mancato pagamento degli impiegati da mesi. Pur non essendo noi i responsabili, davanti al Prefetto  dovetti assumere l'impegno che avrei, in tutti i modi possibili, dato lo stipendio ai dipendenti.
D. Un atto estremamente coraggioso che vi ha esposti ad un grande rischio?
R. Certamente c'era il rischio di non poter risolvere il gravissimo problema economico che stava trascinando Procida in un vicolo cieco. Non si dormiva la notte. Abbiamo allora guardato in faccia la dura realtà e insieme al ragioniere Capo e con il Consigliere Giovanni Villani abbiamo analizzato "capitolo per capitolo" tutte le spese fatte per il grave indebitamento delle precedenti amministrazioni, tutte le spese per la pubblica utilità, tutte le necessità impellenti  e capire quali erano le spese che potevamo eliminare per poi poter confrontare le reali necessità dell'isola con le entrate.
D. Ma la Corte dei Conti vi dava un po' di tregua?
R. Inizialmente no. Ci convocava continuamente perché non sapeva se veramente eravamo intenzionati a risanare il Comune o il nostro era solo un vacuo tentativo privo di reale volontà politica. Soprattutto valeva sapere come avremmo potuto risanare il debito vecchio in quella situazione disperata. Anche perché i precedenti bilanci annuali delle altre Amministrazioni erano sempre in passivo con una grossa somma che aumentava sempre di più il debito, di per sé già grande.
D. Qualcuno vi sussurrava di dichiarare il DISSESTO: perché avete escluso  questa possibilità?
R: Si qualcuno ce lo consigliava, ma era come dire al paese "Scusate il disturbo, non siamo in grado di operare… sarete voi cittadini a pagare tutto il debito con l'aumento delle tassazioni ed altro…. Ma questo non lo abbiamo voluto fare. Non volevamo che Procida pagasse per  il fallimento economico delle amministrazione precedenti e col grave rischio di un Commissario. Per cui abbiamo deciso di andare avanti, con il sacrificio di tutti, sicuri di trovare qualche sentiero  per affrontare la scalata e la comprensione dei cittadini.
D. Dove l'avere trovato questa via di uscita?
R. L'abbiamo trovato nella Prefettura che ha compreso il nostro onesto e leale tentativo di portare l'isola fuori dalle secche. Nella Corte dei Conti che ci ha dato tempi supplementari per verificare se il nostro progetto fosse realizzabile e se il nostro tentativo di risanare il grande debito fosse concreto. L'abbiamo trovato anche in tanti cittadini responsabili che, capita la drammatica situazione dell'isola, anziché spararci addosso, come qualcuno ha fatto, si sono messi accanto a noi per affrontare insieme la burrascosa tempesta, accettando tutti i tagli delle spese che siamo stati costretti a fare.
D. Pensa che questi cittadini ci sono ancora?
R. Penso proprio di sì, anche se alcuni, tra cui qualche consigliere comunale, hanno abbandonato la Maggioranza.  La maggior parte  ha capito la situazione in cui stavamo ed ha preso coscienza che l'isola stava per andare a fondo, per cui ha continuato a darci fiducia sapendo anche che potevamo incorrere in qualche errore. E' logico che quando si fanno certe scelte si può sbagliare. Importante è correggersi e cambiare direzione. La perfezione umana in ogni attività lavorativa non esiste. Bisogna sempre diffidare di colui che dice "io sono perfetto, fidatevi me". Gli errori fanno parte della nostra esperienza umana, in famiglia, nell'attività lavorativa, ancor più nella politica. Badate che parlo di errori nelle scelte e non di corruzione o di clientelismo. Questo è un altro discorso.
D. Purtroppo la politica italiana non ha brillato sempre, proprio a causa della corruzione. Come si può evitare?
R. Il pericolo è sempre dietro l'angolo, perché quando si fanno le gare per grossi lavori ci può essere sempre una ditta poco seria che cerca di corrompere il politico di turno. Per non correre pericoli bisogna vivere con attenzione la legalità  e poi essere trasparenti. Non nascondere mai nienre, rendere tutto pubblico. La trasparenza è un grande deterrente per la corruzione. Comunicare sempre tutto al paese.
D. Lei ritiene di essere stato trasparente.
R: Ho cercato di esserlo sempre, nulla è stato nascosto al Consiglio Comunale, nelle commissioni e ai cittadini che venivano ad interpellarmi ogni giorno.  Chi voleva dissentire lo ha fatto sempre democraticamente nelle commissioni, nel Consiglio, nella Giunta. E la prova lampante di questa politica trasparente è che la Commissione Trasparenza guidata da un membro della Minoranza, la Consigliera Maria Capodanno, dopo due riunione non si è più riunita perché non ce n'era più motivo. Tutto avveniva alla luce del sole
D. Ma la Consigliera Maria Capodanno, durante la pandemia, ha protestato  per la sua eccessiva presenza  sui social nel rapporto con i cittadini.
R. Sì, ha espressamente detto che usavo la comunicazione a fini elettorali. Ognuno può usare i social e lo vediamo in questi giorni in cui tante comunicazioni arrivano nelle nostre case. C'è libertà di intervento e libertà di ascolto. Io come Sindaco ho sentito il dovere morale di informare, rassicurare, chiedere rispetto delle regole prima di ogni altra cosa. E l'ho fatto in maniera pubblica su un social che permette anche commenti negativi. Ricordo a tutti che il Sindaco è il primo responsabile della salute pubblica di una città e che pertanto è suo dovere intervenire sempre  nei modi legali consentiti. Ritengo che il Sindaco, una volta eletto, debba essere al di sopra delle parti per essere il Sindaco di tutti, e deve parlare sempre a tutti quando si tratta di un bene comune. Lo può e lo deve sempre fare quando lo ritiene opportuno. Inoltre l'Assessorato alla Comunicazione, come dicevo prima. ha sempre informato i cittadini di ogni scelta operata.
D. Ha parlato di Trasparenza, di senso di responsabilità, di dovere morale, di impegno strenuo, di bene comune, termini che in genere la politica non sbandiera spesso.
R La democrazia si fonda su questi valori, anzi bisogna aggiungerne altri come la legalità, l'onestà, la lotta alla corruzione, la lotta al voto di scambio. Senza questi valori, vissuti concretamente nel quotidiano, la democrazia muore per cedere il passo al sovranismo dittatoriale.
D. Parla di legalità, ma lei sa di come sia delicato questo argomento. In che senso lei ritiene di averla vissuta.
R. Quando qualcuno veniva da me, non per chiedere un proprio diritto ma per chiedermi di essere favorito in qualcosa a danno di altri, io ho detto subito un NO deciso, spiegando i motivi di quel NO. Penso di aver agito sempre secondo coscienza nel rispetto della legalità nelle scelte che ogni giorno abbiamo fatto sia come Giunta sia come Consiglio Comunale.
D. Pensa che il bene comune  sia un valore praticato  nell'isola.
R: Il popolo deve essere aiutato a capire  certi valori e soprattutto a viverli. Se le famiglie, le comunità religiose, le scuole, le associazioni culturali non educano al bene comune, non possiamo pretendere che il cittadino si comporti sempre in maniera corretta. In genere il cittadino pensa che il bene comune sia il raggiungimento del suo bene, più il bene del suo vicino e così via, e pertanto si reca dal Sindaco per chiedere qualcosa che per lui è un bene ma senza chiedersi se quello che lui sta chiedendo è un bene per tutta la collettività. Pochi sanno che il bene comune  è la scelta migliore che in una determinata circostanza il Sindaco o il Consiglio adotta su una problematica, all'interno della quale poi i singoli cittadini trovano il proprio bene,  che non può essere mai in contrasto con la legalità.
D. In questa sua visione della politica quanto ha influito la sua formazione giovanile?
R. Molto. Provengo dall'Azione Cattolica e penso che l'esperienza vissuta in  quella realtà abbia lasciato il segno, perché mi ha aperto la mente  e mi ha fatto capire quali erano i valori su cui impostare la mia vita, politica compresa.
D. Purtroppo ancora c'è in Italia un clima di fuoco e di contrapposizione  tra maggioranza e minoranza, dimenticando che pur con ruoli diversi, si porta avanti l'amministrazione insieme. Quale è stata il rapporto con la minoranza nel Consiglio comunale e nelle Commissioni.
R. Ho cercato  sempre di avere un rapporto corretto con la Minoranza, non ho mai alimentato lo scontro e mi sono posto in ascolto. Anche quando qualcuno mi ha attaccato duramente,  ho stemperato i toni, privilegiando il dialogo e non la guerra. Purtroppo il cattivo esempio a livello nazionale nuoce anche nella vita politica dei piccoli centri come il nostro. Ed è un grande danno per la politica e per il paese.
D. Occorrerebbe una grande svolta in tale senso.
R. Procida, se volesse, potrebbe diventare un vero laboratorio di democrazia, scegliendo una politica di confronto leale, di trasparenza  e di condivisione  nelle scelte fondamentali, senza arrivare mai ad ingiurie e calunnie. La minoranza deve sentirsi parte propositiva e, certamente, deve controllare l'operato amministrativo e intervenire con decisione  lì dove ravvisa illegalità, imbroglio, concussione, voto di scambio, interferenza della criminalità organizzata… perché questi sono gli aspetti che distruggono un paese.
D. Il 20 settembre si voterà e lei si ripresenta per chiedere ai cittadini la conferma per un secondo mandato. Perché il cittadino dovrebbe darle la riconferma?
R, Intanto per  poter completare il lavoro avviato in questi cinque anni in cui c'è stato da mio punto di vista un lavoro serio e costante avviando un vero processo di rinascita dell'isola. E poi il lavoro svolto è sotto gli occhi tutti.
D. Potrebbe in sintesi  darci un quadro del lavoro svolto.
R. IL primo punto di vitale importanza che è stato avviato con successo è sicuramente quello del risanamento economico che ci ha impedito di cadere nel DISSESTO, riconosciuto ormai dalla Corte dei Conti e dalla Prefettuta e che deve continuare.
Abbiamo pagato sempre gli stipendi,  abbiamo restituito in media un milione di euro all'anno del vecchio debito, non abbiamo fatto ulteriori debiti pareggiando sempre il bilancio annuale, anzi ultimamente abbiamo avuto un attivo di 700.000 euro che non abbiamo potuto utilizzare per i servizi: per legge queste somme vanno sempre a coprire il vecchio debito.
Nonostante avevamo gli uffici con poco personale, in quando nel regime di PREDISSESTO non si possono sostituire i dipendenti che vanno in pensione, gli Assessori hanno dovuto spesso lavorare senza sosta negli uffici e anche con gli operai. E di questo sento di ringraziarli particolarmente
Appena insediati abbiamo ridotto al minimo le nostre indennità facendo risparmiare al Comune circa 50.000 euro all'anno.
Abbiamo preso in mano tutti i lavori pubblici già avviati e alcuni anche in bilico con possibilità di perdere i finanziamenti come per Marina Grande. Siamo intervenuti sulle strade per il metano, fatto i lavori nelle scuole… tutto è stato portato avanti con responsabilità e serietà.
Abbiamo finalmente costruito il grande depuratore e siamo quasi in fase di ultimare i lavori, abbiamo quasi completato la struttura Tenda  con uso polivalente in via Salette e riattivata la Biblioteca pubblica.
A breve sarà inaugurato il primo museo comunale  sulle ricerche scientifiche effettuate a Vivara.
Abbiamo dato una postazione idonea  e funzionale allo stazionamento dei Pullman e allargato molto zone di parcheggio lì dove era possibile, risanando  gli spazi dove erano stati colloacati i cassonetti interrati ormai abbandonati e fuori uso.
Abbiamo creato una buona collaborazione  con i Sindaci del territorio flegreo e questo sarà importante per le scelte future.
Inoltre sono stati chiesti e  ottenuti 9 milioni di Euro per Marina Corricella,  5 milioni di Euro per Terra Murata, 1 milione di euro per le strade  ed altri finanziamenti minori.
E tutto questo lavoro è stato portato avanti con tenacia, nel mentre qualcuno si divertiva a screditarci presso l'opinione pubblica  affermando che eravamo degli incapaci.
Inoltre grande attenzione è stata data alle scuole e al mondo dei giovani e all'assistenza sociale oltre che alla comunicazione.
D. Quali sono i problemi ancora non risolti ?
R. Come in una famiglia i problemi si presentano ogni giorno e ne nascono sempre di nuovi. Abbiamo oggi due grossi problemi che nessuna amministrazione  è riuscita mai a risolvere . Il problema del traffico e a questo si è aggiunto  l'invasione dei motoscafi nelle baie.  Per questo secondo problema siamo quasi in dirittura di arrivo perché c'è una legge nazione che, avendo decretato la nascita del Parco di Nettuno, vieta lo stazionamento indiscriminato nelle baie balneabili. Speriamo che per l'anno prossimo si possa arrivare ad avere il finanziamento per la collocazione delle boe.
Del problema traffico invece  se ne parla sempre, da decenni, ma alla fine  resta irrisolto, perché i cittadini che hanno l'auto e il motorino vogliono circolare e i pedoni sono costretti a subire il disagio della circolazione essendo le strade senza marciapiedi. Poiché ormai anche nelle grosse città la circolazione viene consentita solo in certe fasce orarie,  perché a Procida non deve avvenire lo stesso, visto che l'isola è di 3,7 kmq e le strade sono di ridottissime dimensioni e prive di corridoi pedonali? Si sono verificati negli anni  incidenti gravissimi e mortali. L'amministrazione che ci ha preceduto aveva completamente abolito le fasce serali pedonali. Noi le abbiamo introdotte "non come divieto" ma come atto di giustizia per i pedoni: essendo enorme il numero di auto e motorini sull'isola e superiore a quello che l'isola può realmente sopportare. Abbiamo sentito in questi giorni le varie categorie e prenderemo le opportune decisioni almeno per fine luglio e agosto.
D. La ringraziamo Sindaco per la sua lucida esposizione. Per chiudere un'ultima domanda. Nella scuola è in atto un grosso dibattito in merito alla metodologia. Ci sono alcuni che mettono al primo posto il fare istruzione e c'è invece chi, giustamente,  dice che la scuola deve promuove istruzione e formazione. Può bastare alla politica il fare  molte cose  per affermare di aver portato avanti una buona politica?
R. La mia risposta è contenuta già in quanto detto inizialmente. La politica di una maggioranza porta avanti un paese o lo può distruggere. Lo porta avanti se promuove la giustizia, l'onestà, la trasparenza, il bene comune, un corretto rapporto con la minoranza, la responsabilità morale di ogni atto amministrativo, combattendo il malcostume, la violenza  la illegalità e nello stesso tempo realizzando nel paese quella pace sociale che passa necessariamente per il soddisfacimento dei bisogni vitali dell'uomo: una corretta economia, rapporti di collaborazione reciproca, la salute pubblica e il sostegno agli anziani, l'istruzione per tutti,  il rispetto e la cura dell'ambiente, la cultura e la comunicazione trasparente. Solo per citare alcuni tra gli obiettivi primari dell'azione politica. Noi abbiamo cercato di  realizzare questo tipo di politica e speriamo che il cittadino lo comprenda e ci dia fiducia nella prossima tornata elettorale.  

A cura di Pasquale Lubrano Lavadera



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