PROCIDA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA: Ne parliamo con SARA ESPOSITO
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Sara Esposito |
Essere
accanto a chi soffre ed è solo
I motivi profondi che
hanno portato Procida ad essere Capitale Italiana della cultura
Ne parliamo con Sara Esposito, Consigliera delegata alle Politiche Sociali e Pari Opportunità, Educazione e Scuola.
La nomina di Procida
a capitale italiana è il frutto maturo
di anni di impegno politico, che l'Amministrazione comunale, retta da Dino
Ambrosino. ha portato avanti. In un'isola gravata dal predissesto con casse
vuote e milioni di euro da restituire, l'Amministrazione è riuscita a dare
prova di consapevolezza e capacità.
Non dimentichiamo che, in
questi sei anni, sono stati restituiti milioni di euro di debiti allo Stato, si
sono avuti grossi finanziamenti per ulteriori gravi necessità dell'isola, sono stati portati avanti tutti i lavori
precedentemente finanziati, si sono accolti i rifugiati - esperienza di grande
valore morale e sociale -, si è completata l'isola ecologica e si è portata
avanti con successo la differenziata. Inoltre si è affrontato il problema trasporti, è stata
aperta una Casa Famiglia, si è impedita la chiusura dell'Albano Francescano, ed
è nato il Progetto "Il Mondo salvato dai ragazzini" per la formazione
alla lettura dei nostri studenti, è stata riattivata la Biblioteca Comunale e,
unico esperimento scientficoico in Italia si sta collaborando con la Federico
II per combattere l'invadenza della zanzara tigre.
In tal senso, nonostante
la situazione molto difficile dal punto di vista economico, Procida ha dato vita ad una fase culturale nuova in
tutte le aree settoriali: in quella sanitaria, nell'assistenza, nella scuola,
nei processi educativi, negli eventi, nell'ambiente, nella cura del patrimonio, nella mobilità, nei trasporti.
A chi va il merito di una
tale nomina? In primo luogo ai politici che hanno ricevuto dal popolo il mandato di migliorare
la vita sull'isola, accelerando il processo di crescita culturale, e
contemporaneamente a tutti i procidani che come volontari si sono impegnati per
il bene comune in tante iniziative concrete.
Fra i protagonisti di
questa crescita culturale, sicuramente
occupa un posto di rilievo, Sara Esposito, Consigliera Comunale con delega alle
Politiche sociali e Pari opportunità, educazione e scuola.
Di rilievo perché una
citta è culturalmente avanzata solo se riesce ad impegnarsi con le fasce più
deboli e fragili, con gli anziani, i
disabili e i bambini.
Infatti in questi anni abbiamo visto Sara per le strade
accanto ai bambini, ai disabili, agli anziani alle persone con grossi problemi; con i disabili per
realizzare quanto la legge aveva per loro previsto: tirocini inclusivi, corsi
di formazione all'assistenza domiciliare
e scolastica, fino all'ultimo grande progetto al quale Procida si è
candidata grazie ad un decreto regionale del 22 febbraio 2022: un progetto di
turismo balneare inclusivi e accessibile
a persone con disabilità. Le rivolgiamo pertanto alcune domande:
Sara, come nasce in te
questa sensibilità verso la disabilità e verso le persone fragili?
Nasce lontano,
nell'esperienza da me vissuta come psicologa dapprima a Roma, successivamente a
Napoli e ad oggi a Ischia e Procida, ma
anche dall'ascolto di tanta gente che ha sofferto e soffre nel silenzio; nasce
anche dall'esperienza familiare che ha posto in me l'amore e la passione per
aiutare chi è in difficoltà.
Non possiamo trascurare
in questo tuo impegno la nascita della Casa famiglia: "Un sorriso sul
mare".
Un progetto realizzato l'8 marzo 2021
e reso possibile grazie al Budget di Salute che i Comuni condividono con le ASL
di appartenenza.
Quanti pazienti oggi ospita la Casa
Famiglia?
La Casa
Famiglia o anche P.T.R.I (progetto terapeutico riabilitativo individuale) sita
in Via Elleri, ospita 6 pazienti con disturbi psichici. Le ospiti sono seguite
nella loro quotidianità da un equipe multidisciplinare.
Le
operatrici della Casa affiancano le pazienti nell'arco dell'intera giornata,
tenendo conto, oltre che del disagio psichico, della storia personale, dei
bisogni e soprattutto delle ricchezza che ogni singola ospite inevitabilmente
porta con sé.
Quale il
valore culturale, dal tuo punto vista, di questa esperienza che si inserisce a
pieno titolo nel progetto di Procida Capitale della cultura?
La nostra
comunità con l'avvio di questo importante servizio residenziale ha dimostrato
ancora una volta di essere "comunità aperta", inclusiva e
straordinariamente sensibile alle aree di pertinenza sociale. Realtà che negli
ultimi anni hanno cambiato totalmente registro a Procida.
Lavorate da
soli o siete in rete con altri comunità?
Se "la
cultura non isola" Procida sta cercando di collegarsi con altre realtà
fuori dal nostro territorio, in tutti gli aspetti della vita ordinaria. Le
relazioni corrette che nascono sono alla base della crescita culturale
dell'isola. Infatti il nostro progetto
continua ad arricchirsi con il trascorrere del tempo dando vita ad attività di
gemellaggio con altre realtà residenziali, con protocolli d'intesa con Enti che
abilitano tirocini formativi riconosciuti, con associazioni del territorio e
singoli cittadini che a vario titolo collaborano con il progetto
riabilitativo.
Il 26
febbraio 2022 c'è stata, grazie al vostro intervento, la riapertura alla
Comunità dell'Ospedale Civico Albano Francescano - Comunità Alloggio per Anziani,
che rischiava la chiusura dopo anni di decadimento. Dicci un po' la situazione
attuale.
Questa
realtà residenziale, come tutti i procidani sanno. ha sempre ricoperto un ruolo
importante per la nostra Isola soprattutto a carattere sociale. Purtroppo per
motivi vari che non spetta a me indagare, il mantenimento e la "vita"
di questo servizio è stato fortemente minacciato egli ultimi anni.
Oramai non vi
era nulla più da tentare ...tutto sembrava essere definito per la chiusura, ma
io facendo tesoro delle competenze amministrative acquisite nel precedente
mandato, supportata da stima e fiducia del Sindaco e dell'intera compagine
amministrativa mi sono incamminata alla ricerca di una possibile soluzione.
Un impegno
che nessuno era mai riuscito ad assumere e di cui ti siamo come cittadini
grati.
Non vi era
rotta tracciata, non vi erano soluzioni a portata di mano, ma con il lavoro,
gli approfondimenti e le relazioni efficaci costruite negli anni con le varie
Istituzioni territoriasli ed extra territoriali siamo riusciti a raggiungere un
risultato storico per la nostra Isola: il mantenimento in vita della
Comunità Alloggio per Anziani.
Quali sono
stati i parametri nuovi adottati per lo
sblocco della situazione?
Prima di
tutto lavorando sul regolamento comunale per la quota di compartecipazione alla
retta dei cittadini avente diritto, in secondo luogo creando una forte intesa
con la Fondazione Albano Francescano. In tal modo siamo riusciti a '
reimpostare' il servizio dedicato agli anziani e a trovare i fondi necessari
per tale servizio, assicurando così alla
comunità un servizio in continuità con il passato, 'rivisitato' nel progetto e
nelle attività che svolgono nella loro quotidianità i nostri anziani.
Da chi è
gestito oggi l'Ospedale Civico Albano
Francescano?
Il servizio
è gestito da un Ente del III settore accreditato e specializzato in realtà
assistenziali e residenziali.
Il Comune di
Procida al fianco della Fondazione ha lavorato affinché ogni cittadino di oggi
e di domani potesse usufruire di quel luogo, il quale deve poter essere pronto ad accogliere chiunque
decide di percorre l'ultimo pezzo di strada della propria vita in questo
spazio, nella maniera più dignitosa
possibile.
Avete trovato
sensibilità nell'isola?
"Il
bene genera bene" ed è così che al nostro fianco si è schierato anche il
Pio Monte dei Marinai che si è reso disponibile ad 'adottare', sostenendo il
contributo della retta, due anziani procidani.
Per cui oggi posso affermare, con gratitudine
verso chi mi è stato a fianco in questi mesi, la Comunità Alloggio Albano Francescano per
Anziani è mantenuta in vita grazie alla compartecipazione economica del Comune
di Procida, della Fondazione Albano Francescano e del Pio Monte dei Marinai.
Infine non
possiamo non menzionare il grande lavoro portato avanti per accogliere i
rifugiati che ha reso famosa l'isola di Procida in tutta l'Italia, in quanto è
stato l'unico piccolo comune ad raccogliere le legge italiana dello SPRAR e
dare ospitalità e integrazione a 45 rifugiati. Il Sindaco infatti nel suo
intervento davanti al presidente della Repubblica l'ha formalmente indicata
come l'esperienza culturale e sociale pilota.
E' stata una
sfida vinta prima di tutto a livello culturale, ossia facendo capire a quanti vi si opponevano che accogliere i rifugiati era un passo di
civiltà che si inseriva nella nostra storia; sempre i procidani hanno accolto
rifugiati civili ed emigranti. Si una sfida eminentemente culturale che si è
potuta realizzare grazie alla collaborazione di numerosi cittadini che hanno aperto la strada alla Cooperativa
che ha portato avanti il progetto. Me ne sono occupata più direttamente nel
primo mandato soprattutto con la Vice Sindaca Titta Lubrano Lavadera, mentre oggi
il progetto viene seguito dalla Consigliera Matilde Carabellese .
A cura di
Pasquale Lubrano Lavadera
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