PROCIDA E LA GRANDE SFIDA ECOLOGICA

Procida la Baia della Chiaia in estate

 L'ISOLA DI PROCIDA DOVRA' AFFRONTARE NEGLI ANNI FUTURI UNA GRANDE SFIDA, QUELLA DELL'ECOLOGIA INTEGRALE.

Pochi ne parlano anzi, si cerca di non parlarne,  in quanto  non si è ancora ben compreso cosa COSA POTREBBE DIVENTARE Procida senza mettere in atto quella scelta ecologica che Papa Francesco nella Laudato si' ha indicato con chiarezza  all'umanità intera e quindi anche a noi procidani.

Infatti secondo Papa Francesco "la catastrofe ecologica si profila come conseguenza della catastrofe sociale e politica cui assistiamo. E deriva essenzialmente da un'ossessione: accrescere il potere dell'uomo, per il quale la realtà non umana (l'isola nel nostro caso) è una mera risorsa al suo servizio. Di conseguenza tutto ciò che esiste cessa di essere dono da apprezzare, valorizzare e curare e diventa vittima di qualsiasi capriccio."

Ed è quello che, mi sembra, stia avvenendo a Procida, piccolissima isola, una delle più piccole isole europee,  dove comunemente si pensa che tutto si possa e si debba fare. Si intravede quasi una smodata ambizione che  travolge e stravolge il volto dell'isola.

Il tutto è partito con l'abusivismo edilizio dilagante a dispetto di ogni legge o regola, che è cominciato alla grande dopo il 1970 nonostante e contro un piano paesistico che Luigi Cosenza,  amico fedele dell'isola, aveva varato. Un abusivismo che ha distrutto più dell'80%  dei nostri meravigliosi giardini privando la popolazione di un polmone di ossigeno che era vitale per la sussistenza dell'intera popolazione, soprattutto nelle stagioni calde e ad alta pressione.

Un aumento vertiginoso senza interruzione di auto motorini, taxi camion giganteschi, pullman e bici elettriche che impediscono  una vita normale ai pedoni sia nelle strade  piccole e strette sia nelle piazze, con incidenti continui e pericolosi e qualche volta anche mortali.

L'aggressione violenta e selvaggia delle nostre baie  in estate da parte di motoscafi piccoli e grandi che lanciano le loro ancore in esse  e posteggiano indisturbati, inquinando la flora e la fauna  e mettendo a rischio la salute dei nostri bagnanti. E questo avviene nonostante una legge nazionale abbia  istituito il Parco di Nettuno proprio per difendere il mare che circonda le isole di Procida e Ischia.

Forse abbiamo, noi procidani, dimenticato del tutto che la nostra minuscola e stupenda isola è un dono che abbiamo ricevuto gratuitamente e che ha bisogno del nostro apprezzamento, della nostra valorizzazione e della nostra cura.

Voglio allora  sperare che  in tanti di noi si riaccenda la coscienza  di difendere l'isola dalle aggressioni interne ed esterne, come è stato nel passato quando veniva presa d'assalto dai velieri barbareschi.

Pasquale Lubrano lavadera

29-10-1944



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