ANNA ROSARIA MEGLIO: La storia di Giovannina Gamba
La storia di Giovannina
Anna Rosaria Meglio
Moltissime Donne tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento a
Procida vivevano in grande povertà… eravamo quasi tutti allo stesso scalino;
non c’era la luce elettrica, né il gas. Eravamo tutti poveri in canna.
Mia nonna Giovannina Gamba aveva messo al mondo otto figli. Di questi,
qualcuno si era subito sposato, altri erano emigrati, chi in America, chi in
Francia.
Nonna aveva l’orto e i figli che ancora vivevano con lei le davano una
mano per lavorare la terra. Lei non faceva distinzione tra il lavoro di casa e
il lavoro nella terra Nonna e faceva la donna di casa, la contadina e, quando
capitava, aiutava pure a fare venire al mondo bambini.
Le donne si facevano in quattro per accendere il focolare; si usava la
legna che si conservava quando si potavano i limoni; e quando bruciavano
l’odore di limoni profumava la cucina. Spesso tra le donne del vicinato si
scambiavano le cose.
Marietta abitava vicino alla mia nonna e molte volte la chiamava:
- Giovannina! Giovannina, ce l’hai due cipolle?
- Sì,siì, entra vieni!
E non le dava solo le cipolle, ma tutto quello che aveva in casa, dividendo
tutto a metà, magari capitava che aveva appena sfornato il pane - che avveniva
una volta a settimana -, e allora prendeva una pagnotta e la donava con amore,
come si dà a un figlio.
Marietta le portava pesci freschi e lei li preparava all’acqua pazza,
con prezzemolo, un po’ di aglietto fresco, peperoncino forte e qualche
pomodorino. Tutte cose appena colte, che ora si chiamerebbero “a chilometro
zero”. Mentre si cucinava si sentivano odori per casa da fare venire
l’acquolina in bocca.
Giovannina aveva molta fantasia: in cucina, con pochi ingredienti e una
lacrima d’olio, preparava tutte le cose buone della terra per i figli e per suo
marito. A lui piaceva molto la pizza dolce, che si preparava con riso, uova,
latte e miele. A quei tempi infatti lo zucchero non era ancora arrivato.
Durante la settimana cercava di risparmiare
sul latte delle capre che vendeva, accontentando il marito e i figli.
Alla raccolta del granturco capitava qualche spiga semivuota di chicchi,
la nonna allora le prendeva e le dava alle galline. E le altre belle piene di
chicchi d’oro venivano messe a seccare. Quando diventavano asciutte e dure si
sgranavano i chicchi nel mortaio e, con
tanta fatica, la nonna li faceva diventare farina. Subito dopo Giovannina
impastava la farina ricavata dal granturco con un po’ di sugna e con i cicoli del maiale che avevano
ammazzato i vicini, e faceva le zoccolelle, una sorta di panini che
metteva subito al forno. Le mie sorelle più grandi di età ricordano ancora il
profumo e il sapore di quelle zoccolelle mai più ritrovato.
Giovannina perse il marito quando aveva solo 45 anni; per lei fu una
mazzata fortissima. Il lavoro era tanto per lei, ma mai si era lamentata,
andava avanti per amore dei figli e pensava nel suo cuore: Dio mi aiuterà.
Nell’orto aveva un fosso molto profondo dove allevava i conigli. Ce
n’erano tanti; e spesso diceva ai figli:
- Questi servono tutti quando faremo la grande festa. Quando vostro
fratello Torillo (Salvatore) prenderà i voti e celebrerà la prima messa che
sarà per l’anima di vostro padre.
Quando venne il grande giorno, Giovannina aiutata dalle figlie Maria,
Melina, Gerardina e dai figli maschi sacrificarono tutti i conigli e così
cucinarono per otto giorni di fila per la festa al figlio che il 28 giugno 1937
era diventato prete: Don Salvatore Romano.
Per lei e tutta la famiglia fu una gioia immensa, e tutto il quartiere
della Chiaiolella fece festa con loro. Le persone che passavano accanto alla
casa di Giovannina la chiamavano:
- Giovanni’, Giovannina che odore!
E lei nella sua grande generosità a tutti faceva assaggiare il coniglio
che aveva cucinato nei tegami di creta, lento, lento, bagnato ogni tanto dal
buon vinello, il bioncolella di Procida.
Quel giorno emozionante fu per Giovannina il raggiungimento della
felicità: avere un figlio prete era una cosa troppo importante. Lei era molto
credente e diceva spesso ai figli e in seguito ai nipoti:
- Mettetevi
in testa questa cosa: Dove c’è Dio non c’è povertà, perché lui provvede a tutto
e a tutti.
Era una donna forte piena di
fede. e sulle sue orme hanno camminato dapprima i suoi figli e in seguito noi
nipoti.
Anna Rosaria Meglio
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